Hiv: dagli anni ’90 guadagnati 10 anni di vita in più

In Europa e negli Stati Uniti l’aspettativa di vita per le persone con Hiv è aumentata di 10 anni; dall’introduzione degli antiretrovirali, negli anni ’90, infatti, grazie alla ricerca scientifica sul fronte farmacologico si sono fatti grandi passi avanti arrivando a poter disporre di farmaci più efficaci e meno tossici su lungo periodo.

Oggi, un ventenne sieropositivo che inizia la terapia subito dopo la diagnosi, può sperare di vivere circa 10 anni in più (9 le donne, 10 i maschi; in media fino ai 78 anni) rispetto ad un coetaneo che ha iniziato la terapia antiretrovirale negli anni ’90 quando i primi farmaci si sono resi disponibili. A rivelarlo è uno studio di Margaret May e Jonathan Sterne della University of Bristol pubblicato su The Lancet HIV.

Gli esperti hanno analizzato dati relativi a quasi 9.000 individui con Hiv dal 1996 al 2010. Hanno confrontato il rischio di morte entro tre anni dall’inizio della terapia e visto che coloro che hanno iniziato a prendere i farmaci dal 2008 in poi possono sperare di vivere in media 10 anni in più di quanti hanno iniziato le terapie negli anni 90.

Questo non solo grazie ai progressi in campo terapeutico, ma anche grazie a una migliore prevenzione di eventi avversi quali problemi cardiovascolari e tumori, nonché alla migliorata prevenzione e gestione di altre malattie che con notevole frequenza colpiscono i sieropositivi (ad esempio l’epatite).

Ancora invece restano indietro sul fronte dell’aumento della speranza di vita i pazienti con Hiv che hanno una storia di tossicodipendenza alle spalle. Visti i miglioramenti nell’aspettativa di vita dei pazienti in terapia, concludono gli autori, è importante offrire loro maggiori opportunità ad esempio in ambito lavorativo.

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