
Google
In settimana Google ha ampliato le sue Mappe con una funzione ad hoc. La compagnia di Mountain View ha infatti introdotto, tra le opzioni per andare dal posto A al posto B, i percorsi accessibili in sedia a rotelle. Pensata per chi si sposta in città, soprattutto in quelle che non si conoscono, la novità mostra i tragitti percorribili con i mezzi pubblici. Il progetto di Google è appena all’inizio. Le prime città interessate sono Londra, New York, Tokyo, Città del Messico, Boston e Sydney. L’obiettivo, spiega però l’azienda, è di rendere disponibile la funzione in diversi centri metropolitani del mondo.
Airbnb
In campo c’è anche Airbnb: il portale, che mette in contatto chi cerca e chi offre un alloggio, ha infatti introdotto 21 nuovi filtri di accessibilità nel suo motore di ricerca. Se finora è stato possibile solo cercare alloggi genericamente adatti a chi è in sedia a rotelle, da adesso si potranno valutare una serie di dettagli, dalla larghezza delle porte all’altezza del letto, dal parcheggio alla doccia con maniglioni, sedia e soffione staccabile. Un insieme di informazioni grazie a cui chi prenota è certo che troverà, al suo arrivo, tutto ciò di cui ha bisogno.
Un settore in crescita
Le mosse di Google e Airbnb segnano l’ingresso di due big in un settore – quello delle app rivolte ai viaggiatori con disabilità – che finora ha visto agire soprattutto piccole realtà. Ne è un esempio Kimap, un navigatore made in Italy per chi si muove in sedia a rotelle, handcycle elettrico o scooter.
Ci sono poi la tedesca Wheelmap.org, che segna sulla cartina i luoghi pubblici e gli esercizi commerciali accessibili, e l’irlandese Access Earth, che offre un servizio analogo ma è in fase di sviluppo. E ancora WheelMate, che indica i bagni per portatori di handicap, e No Barriere dell’associazione Luca Coscioni, per segnalare le barriere architettoniche in città. Il successo di queste applicazioni lo determinano gli utenti stessi: più persone le usano, e segnalano i luoghi Sì e i luoghi No, più le mappe si arricchiscono, diventando man mano sempre più utili alla collettività.
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