Gas e stelle, la dieta preferita dei buchi neri

shutterstock_285461906Quante diete conoscete? Se ne parla spesso, ne esistono diverse e per tutti i gusti! Oggi parliamo di una dieta davvero “spaziale”, di nome e di fatto! E non riguarda gli esseri umani ma i buchi neri.  Si tratta di una “dieta” a base di gas interstellare, senza rinunciare ogni tanto a qualcosa di più “calorico” come una bella stella: potrebbero essere questi i cibi preferiti dai buchi neri, come rivela il più grande di questi oggetti mai sorpreso a “tavola”. Con una massa pari a 100 milioni di soli è stato colto a divorare una stella dal gruppo internazionale di astrofisici guidati dall’italiano Andrea Merloni presso il Max Planck Instute in Germania. Pubblicata sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, la scoperta è stata possibile esplorando l’immensa mappa di oggetti celesti Sloan Digital Sky Survey (SDSS).

I ricercatori sono rimasti colpiti dal bagliore emesso dalla galassia SDSS J0159 + 0033, nella costellazione della Balena, alla distanza di circa 3,5 miliardi di anni luce dalla Terra. ”Di solito le galassie distanti non cambiano in modo significativo nel corso della vita di un astronomo – spiega Merloni – ma questa galassia ha mostrato una variazione drastica, come se il buco nero centrale si fosse attivato e disattivato”. I buchi neri molto grandi solitamente risiedono al centro delle galassie, come in questo caso. Per gli astronomi questi oggetti sono “cresciuti” nutrendosi principalmente del gas interstellare che li circonda: il processo si svolge nell’arco di centinaia di milioni di anni ed è in grado di trasformare un piccolo buco nero, nato dall’esplosione di una stella, nei “mostri” che vediamo oggi nel cuore delle galassie. Tuttavia, ogni tanto la “dieta” di questi oggetti varia: le stelle che passano troppo vicine vengono attratte dalla loro enorme forza gravitazionale, fatte a brandelli e infine, inghiottite. Quando i pezzi cadono nel buco nero producono enormi bagliori che possono essere più luminosi di tutta la galassia, come quello osservato nella costellazione della Balena.

Silvia Brugnara

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