Frontiere umane: quanto calore possono ricevere il corpo e la mente?

(Thomson Reuters Foundation) – Christian Clot, un esploratore franco-svizzero, sta testando i limiti della resistenza umana, sottoponendosi a condizioni metereologiche e temperature estreme. Nel deserto iraniano, e in altre tre spedizioni da 30 giorni in solitaria nei luoghi con i climi più aspri del mondo, sta studiando sulla propria pelle l’impatto di questi climi estremi, sia sul fisico che sulla mente. “La maggior parte degli studi sul corpo umano sono stati eseguiti in laboratorio piuttosto che in contesti reali – afferma – Voglio sperimentare ciò che si legge sulle riviste scientifiche”. Ciò che Clot ricorda più vividamente dei suoi giorni nel bollente deserto iraniano di Dasht-e Lut era la necessità di rimanere completamente fermo per 12 ore al giorno – o sarebbe morto. “Faceva così caldo che dovevo sdraiarmi sotto alcune rocce tra le 8:00 e le 20:00. Stare in tenda era troppo pericoloso perché si sarebbe surriscaldata all’istante”, ricorda.

Il riscladamento globale
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, se le emissioni che riscaldano il pianeta continueranno ad aumentare alla velocità attuale, tre persone su quattro nel mondo dovranno affrontare un caldo mortale entro l’inizio del prossimo secolo. Emily Y.Y. Chan, professoressa di salute pubblica all’Università di Hong Kong, prevede che le ondate di calore diventeranno non solo più frequenti ma anche più lunghe entro la fine del secolo. Ciò potrebbe condurre al peggioramento di una serie di problemi di salute – alcuni inattesi, come una maggiore malnutrizione.

Capacità di raffreddamento
Per il suo esperimento con il caldo, Clot ha scelto il deserto iraniano di Dasht-e Lut, dove la temperatura diurna può raggiungere quasi i 60°. “Sapevo di poter morire nel giro di poche ore a causa delle elevate temperature ”, ha ammesso. Ogni giorno, Clot ha raccolto dati, tra cui frequenza cardiaca e temperatura corporea, e ha eseguito una serie di test per valutare l’impatto del caldo sulle sue capacità mentali, tra cui quella di prendere decisioni e la memoria. Anche se il suo team scientifico sta ancora analizzando i dati, lo studioso ha dichiarato che la più grande difficoltà è stata la grandissima stanchezza fisica e mentale. “Ogni movimento che facevo era più lento e richiedeva un maggiore sforzo – spiega – Ero cosciente della minaccia che mi circondava ma trovavo estremamente stimolante stare sempre attento”. Georges Benjamin, direttore esecutivo dell’American Public Health Association, ritiene che la lotta di Clot con il caldo estremo sia quasi unica. “L’uomo medio non tollera bene il caldo – spiega – ma alcuni possono affrontarlo meglio di altri – Il corpo umano funziona come il radiatore della macchina: la capacità di raffreddarsi dipende da una serie di fattori come età, capacità di sudare e assunzione o meno di farmaci”. Per chi non riesce a regolare la propria temperatura corporea in maniera efficace, lo spettro di malattie legate al caldo va dalla semplice scottatura a una grave disidratazione e al colpo di calore, che può rivelarsi fatale, ha aggiunto.

Sostenibilità sistemi sanitari
Un altro studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, ha riscontrato che i futuri aumenti attesi delle temperature a livello globale potrebbero determinare un “drastico” incremento dei decessi in India e in altri Paesi in via di sviluppo. Separatamente, Chan e il suo team hanno individuato le soglie di temperatura oltre il quale a Hong Kong iniziano ad aumentare i decessi e i tassi di ricovero. “Abbiamo riscontrato che la mortalità giornaliera aumenta dell’1,8% per ogni grado sopra la soglia dei 28,2°, mentre l’ospedalizzazione giornaliera – ad esempio per malattie respiratorie o infettive – sale del 4,5% per ogni grado sopra la soglia dei 29°”, spiega. Ciò suggerisce che le temperature calde in aumento potrebbero schiacciare i sistemi sanitari con un’impennata della domanda, ha aggiunto. La sua preoccupazione è che i governi e le persone non siano pronti ad affrontare un aumento delle temperature a causa di una generale mancanza di consapevolezza su come il caldo può influire sulla salute. Benjamin, dell’American Public Health Association, è d’accordo: “Gli esseri umani sono pessimi nel valutare il rischio in maniera proattiva. Cerchiamo di spiegare razionalmente il perché non dobbiamo fare certe cose”.

Possibili linee di intervento 
Per limitare i decessi, i governi dovrebbero cercare di comprendere meglio dove vivono le persone più vulnerabili al caldo, come gli anziani, per poter rapidamente aprire nelle vicinanze appositi centri di emergenza e aumentare la fornitura di elettricità quando diventa troppo caldo, ha proseguito Benjamin. Nelle aree rurali è fondamentale assicurare che le persone abbiano accesso a abbastanza acqua e riparo in momenti di estremo calore. Secondo Chan, le avvertenze sulle condizioni meteorologiche estreme, che prendono in considerazione l’età e il livello di alfabetizzazione delle persone, possono contribuire a raggiungere e proteggere i gruppi più vulnerabili. Altri modi di affrontare il caldo includono l’aggiustamento degli orari di chi lavora all’aria aperta in base alla temperatura, ha suggerito. Per Clot, far sì che le persone ascoltino e considerino le avvertenze in merito alla salute può essere arduo. “Tendiamo a pensare che siamo più forti della natura – afferma – Ma non è così”.

Futuri esperimenti
Clot ha intenzione di ripetere la sua spedizione nel deserto il prossimo anno, questa volta con un gruppo di 10 donne e 10 uomini. Lo scopo è valutare come i climi estremi influenzano le dinamiche di un gruppo, cosa che spera aiuterà le persone ad “adattarsi meglio alle condizioni meteorologiche estreme e ad altre sfide ambientali che potremmo incontrare sulla nostra strada”.

FONTI: Nature Climate Change e Science Advances
di Zoe Tabary

(Versione Italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)

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