Esercizio fisico, per i cardiopatici i maggiori benefici

(Reuters Health) – Le persone che fanno una maggiore attività fisica riducono il rischio di morte prematura; tuttavia l’effetto benefico dell’esercizio fisico è più evidente nelle persone con problemi cardiaci. Un gruppo di ricercatori coreani è giunto a questa conclusione valutando i livelli e l’intensità dell’esercizio fisico svolto dai partecipanti in termini di equivalente metabolico dell’attività (MET) minuti a settimana.

La salute ottimale negli adulti corrisponde a 500 minuti MET alla settimana. Nelle persone affette da malattie cardiache, per ogni 500 minuti MET alla settimana di esercizio in più, i ricercatori hanno registrato una riduzione del 14% del rischio di morte prematura. Per le persone sane invece la riduzione era del 7%.

Lo studio
Complessivamente, i ricercatori hanno seguito 131.558 pazienti con malattie cardiovascolari e 310.240 persone sane da quando avevano circa 60 anni.
A un follow-up mediano di sette anni, quelli con malattie cardiovascolari avevano più del doppio delle probabilità di morire durante lo studio rispetto agli individui sani.

“L’inattività fisica causa varie malattie non trasmissibili come la coronaropatia, il diabete e i tumori al seno e al colon, che alla fine portano a una mortalità prematura”, spiega Si-Hyuck Kang, coautore dello studio e ricercatore presso la Seoul National University. “L’attività fisica favorisce la normale crescita e il metabolismo; può inoltre contribuire al benessere, favorire il sonno e rendere più facile l’esecuzione delle attività quotidiane”.

“I benefici fisiologici dell’esercizio possono essere simili per le persone con e senza malattie cardiache, ma è possibile che i pazienti con malattie cardiache traggano maggiore beneficio dall’esercizio perché presentano molti più fattori di rischio per una morte prematura che potrebbero essere ridotti facendo più attività, ipotizza Kang. “È stato dimostrato che l’attività fisica abbassa la pressione sanguigna e il livello di zucchero e colesterolo nel sangue”.

Tra le persone con malattie cardiovascolari partecipanti, la maggior parte soffriva di cardiopatia ischemica. Le persone con malattie cardiache tendevano inoltre ad essere più anziane e avevano anche maggiori probabilità di avere altri problemi di salute come diabete, ipertensione e colesterolo elevato.

Fonte: Eur Heart J 2019

Lisa Rapaport

(Versione italiana per Quotidiano Sanità/Popular Science)

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