Emocromatosi: è possibile donare il sangue?

sangueLe persone con emocromatosi, malattia genetica rara che si caratterizza per un progressivo accumulo di ferro nell’organismo che può provocare, se non trattata in tempo, gravi danni d’organo, al fegato in particolare, per la sua tossicità, potranno donare il sangue. Se non vi sono ancora danni d’organo infatti, se pur con limitazioni, il sangue di queste persone può essere utilizzato per le donazioni.

Le indicazioni
Un decreto del Ministero della Salute del 2 novembre 2015 sulle “Disposizioni relative ai requisiti di qualità e sicurezza del sangue e degli emocomponenti”, in uno degli allegati, stabilisce infatti che “i soggetti rilevati portatori di emocromatosi, con documentazione clinica di assenza di danno d’organo, possono essere accettati per la donazione di sangue intero. Il numero di donazioni nell’anno non deve essere superiore a 4 per l’uomo e per la donna non in età fertile, a 2 per la donna in età fertile”.

“E’ un passo avanti importante per i pazienti. In passato il sangue veniva buttato, poi all’estero si è iniziato ad appurare che non creava problemi al ricevente, non è una malattia infettiva, al massimo il sangue è più ricco di ferro”, spiega Silvia Majore, del laboratorio di genetica medica dell’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma e responsabile dell’ambulatorio delle malattie di alterato metabolismo del ferro, evidenziando che “le persone con emocromatosi sono potenziali super donatori: nelle fasi iniziali della malattia con la salassoterapia si arriva a prelevare 450 ml di sangue a settimana per gli uomini e 350 per le donne”.

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