
Lo studio
Il team ha indagato le differenze nelle caratteristiche demografiche e fotobiologiche della dermatite attinica cronica in 41 pazienti con carnagione più chiara e in 29 pazienti con carnagione più scura. I pazienti con fototipi scuri erano più giovani alla diagnosi (media, 40,7 anni versus 58,1 anni per le pelli più chiare) e la fotosensibilità si era manifestata prima (media, 35,5 anni versus 47,5 anni per le pelli più chiare). Nonostante la differenza dell’incidenza della malattia tra sesso maschile e femminile fosse maggiormente marcata nel gruppo di persone con una carnagione più chiara (1,92:1), rispetto che nel gruppo di persone con la carnagione più scura (1,92:1.9), la differenza riscontrata non era statisticamente significativa. Tutti i pazienti presentavano MED (minimal erythemal doses) notevolmente ridotte al fototest a banda stretta, con risultati simili per tutti i pazienti eccetto a 400 nm, in cui la MED media era inferiore tra i soggetti con carnagioni più chiare. Inoltre, una percentuale più ampia di pazienti con la carnagione più chiara presentava reazioni positive al fotopatch test (28% vs 12%). Tra i soggetti che hanno completato il Dermatology Life Quality Index, l’effetto nocivo della dermatite attinica cronica era considerato da molto a estremamente esteso nel 45% dei pazienti nella settimana precedente al test, e nel 77% dei pazienti nell’anno precedente, con risultati simili nei pazienti con pelli più chiare e più scure. “in un gran numero dei pazienti con dermatite attinica cronica è stata riscontrata una simultanea allergia da fotocontatto – afferma Rhodes – Da ciò si deduce che il test per l’allergia da fotocontatto può e dovrebbe essere eseguito in tali soggetti, nonostante la loro grave fotosensibilità, usando un’esposizione a UVA più bassa dello standard; Inoltre, il test per l’allergia da fotocontatto aiuta a gestire tali pazienti poiché riconosce se le creme usate per trattare la condizione in realtà possono peggiorare la situazione e mostra quali possono essere usate con sicurezza nel singolo paziente. Nelle donne giovani con pelli più scure e sintomi di fotosensibilità, i medici devono essere consapevoli che la fotosensibilità può essere attribuita alla condizione molto severa della CAD e gestire le pazienti di conseguenza”, conclude l’esperta.
JAMA Dermatology 2017.
Will Bogs MD
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
