Dal Nobel per la chimica si apre la strada per superfarmaci anti-cancro

tumoreLa scoperta del modo in cui le cellule riescono a riparare i danni che avvengono nel loro Dna, che è valsa il Premio Nobel per la Chimica ai tre ricercatori Lindal, Modrich e Sancar, potrebbe portare ad un’importante svolta nella lotta contro i tumori. Aver fatto luce su questi meccanismi, infatti, ”apre la via alla messa a punto di nuovi e potenti farmaci anticancro e già ci sono i primi risultati positivi per un tipo di cancro alle ovaie”. A sottolineare l’importanza della scoperta dei premi Nobel è Pierfranco Conte, direttore della Scuola di Specializzazione in Oncologia Medica all’Università di Padova e coordinatore della rete oncologica del Veneto.

Ciò che oggi è ormai chiaro, spiega Conte, ”è che, per quanto si possa fare una vita sana, allo stesso modo migliaia delle nostre cellule subiscono danni genetici a livello del Dna e questo a causa, ad esempio, dell’esposizione ad agenti chimici che non possiamo evitare. Fortunatamente, però, le cellule sono dotate di meccanismi interni per riparare il loro Dna”. Si è tuttavia osservato, prosegue l’esperto, che ”in alcuni casi questi meccanismi sono deficitari e anche che le cellule tumorali, in particolare, usano riparare il danno al loro Dna con meccanismi diversi rispetto a quelli utilizzati dalle cellule normali”. Sono quattro, precisa, i principali meccanismi di riparazione del Dna impiegati dalle cellule: ”conoscerli oggi nel dettaglio apre, dunque, la via alla messa a punto di nuovi e potenti farmaci anticancro”.

Ma in che modo? Trattamenti quali radio o chemioterapia, chiarisce Conte, ”provocano appunto dei danni al Dna delle cellule tumorali, le quali però si attivano per ripararli. Riparando il danno, la cellule cancerosa continua a proliferare ed il cancro a crescere. L’obiettivo, dunque, è quello di creare farmaci ad hoc capaci di inibire la capacità delle cellule cancerose di ‘autoriparare’ i danni al loro Dna. In questo modo, le cellule del cancro con dDna danneggiato non potrebbero più proliferare”. Inoltre, grazie anche alle scoperte dei Nobel, ”sappiamo che i meccanismi di riparazione utilizzati dalla cellule tumorali non sono gli stessi delle cellule ‘normali’; agendo quindi su quei meccanismi in particolare, potremmo colpire le cellule ‘cattive’ della neoplasia senza colpire le altre cellule sane”.

E tutto questo, afferma Conte, si sta già traducendo in risultati concreti: ”Sono già disponibili – dice l’esperto – primi farmaci innovativi di questo tipo contro una forma di cancro alle ovaie, che agiscono appunto bloccando una delle vie di riparazione del Dna che le cellule tumorali posseggono. I risultati, in termini di blocco alla progressione del tumore, sono positivi”. Farmaci con lo stesso principio di azione, rileva, ”sono allo studio anche per il tumore al seno”. Insomma, le scoperte dei tre Nobel ”aprono certamente grandi prospettive nel settore delle terapie antitumorali. Questo, è un premio – conclude l’oncologo – a ricerche che potranno avere un’applicazione concreta. Una speranza per tantissimi malati”.

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