Dal modello “medico” a quello “globale”. La salute si valuta così

(Reuters Health) – Solitudine o perdita dell’udito potrebbero compromettere di più il benessere delle persone, mettendo la loro vita a rischio, rispetto a malattie come cancro o pressione alta. Peccato che pochi medici pongano l’attenzione su questi fattori, soprattutto quando si prendono cura delle persone più anziane. A dimostrare l’effetto della salute mentale sul benessere generale della persona è stato uno studio coordinato da Martha McClintock dell’University of Chicago e pubblicato su PNAS.

Il superamento del”modello medico”
Tradizionalmente, salute e benessere vengono misurati con il cosiddetto ‘modello medico’ che si basa sulla salute fisica e sull’assenza di malattie. McClintock e colleghi hanno applicato questo modello per creare un nuovo modello, detto ‘integrale’, che include fattori medici, fisici, psicologici, funzionali e sensoriali. Per mettere a confronto i due modelli, i ricercatori americani hanno utilizzato i dati del U.S. National Social Life, Health and Aging Project raccolti tra il 2005 e il 2006 su persone di età compresa tra 57 e 85 anni.

Secondo il ‘modello medico’, circa i due terzi della popolazione americana nella fascia di età considerata sarebbe in salute. Invece, secondo il modello ‘globale’, metà della popolazione avrebbe problemi che aumenterebbero il rischio di morte o inabilità nei cinque anni successivi.

Le evidenze del “modello globale”
Il modello ‘globale’ avrebbe anche aiutato a identificare due gruppi non considerati dal modello medico: le persone con problemi di salute mentale e quelle che avevano subito fratture alle ossa dopo i 45 anni di età e che si erano cicatrizzate. Tra il 14 e il 19% delle persone in queste categorie avrebbero una probabilità di morire entro cinque anni rispetto a una percentuale compresa tra il 6 e il 16% delle persone in buona salute. Queste due classi, inoltre, “comprendono un quarto della popolazione degli Stati Uniti, della stessa fascia di età, che non sono state neanche considerate con il modello medico”, ha commentato Health McClintock.

Il nuovo modello ha anche mostrato una relazione tra obesità e vecchiaia. Per esempio, l’obesità nelle persone più anziane sarebbe associata a un piccolo rischio di mortalità se non ci sono altri problemi di salute, ma quando all’obesità sono associate altre patologie come diabete o problemi di salute mentale, questo rischio aumenta.

Secondo quanto riportato dai ricercatori, la diagnosi di malattie come cancro e ipertensione o abitudini come il fumo non avrebbero sempre un impatto più negativo sulla salute rispetto ad alcuni problemi mentali o agli organi di senso. “Ciò non significa che cancro, ipertensione e fumo non siano importanti”, ha sottolineato la ricercatrice americana. Il consiglio da parte di McClintock per gli anziani è dunque quello di trovare un team di medici pronti a pensare alla salute come una ‘costellazione’ di malattie.

Fonte: PNAS 2016

Andrew M.Seaman

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

 

 

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