Da un errore scoperto enzima che digerisce la plastica

A volte le grandi scoperte possono scaturire da errori imprevedibili. Così è successo per l’enzima esistente in natura ma accidentalmente modificato in laboratorio, facendolo diventare un ottimo alleato dell’ambiente. Questo enzima riuscirebbe infatti a digerire la plastica più comune e diffusa ovunque come il Pet (Polyethylene terephthalate) di cui sono fatte le bottiglie di plastica.

La ricerca
Descritto sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas), il risultato è stato ottenuto da Harry Austin, dell’Università britannica di Portsmouth, e da Gregg Beckham, del Laboratorio Nazionale per le Energie Rinnovabili (Nrel) del Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti.

Il risultato arriva a pochi mesi di distanza dalla scoperta dei batteri mangia-plastica, anche questi capaci di digerire il Pet, polimero utilizzato per rendere la plastica resistente e impiegato soprattutto nelle bottiglie. Si potrebbe così stringere il cerchio intorno a una delle sostanze più inquinanti e che pervadono ormai l’ambiente, dalle isole di plastica che galleggiano negli oceani alle microplastiche che finiscono nel piatto. “Da quando la plastica è diventata popolare negli anni ’60, pochi avrebbero potuto prevedere che ci saremmo ritrovati con enormi isole di plastica che galleggiano negli oceani”, ha osservato McGeehan.

I ricercatori stavano analizzando la struttura molecolare di un enzima che riesce a digerire la plastica, quando l’hanno inavvertitamente modificato, scoprendo che la versione artificiale era molto più efficiente di quella esistente in natura. Per studiare la struttura dell’enzima, i ricercatori hanno collaborato con la Diamond Light Source del Regno Unito, un super-microscopio che usa un fascio di raggi X 10 miliardi di volte più luminoso del Sole.

“Ora la comunità scientifica che ha ottenuto questi materiali straordinari – ha detto ancora McGeehan – deve utilizzare tutte le tecnologie a sua disposizione per risolvere il problema”. Il prossimo passo dei ricercatori sarà continuare a lavorare sull’enzima per renderlo ancora più efficiente e in modo da poterlo utilizzare a livello industriale e su larga scala. Gli strumenti per riuscire a farlo arrivano dalle biotecnologie e dall’analisi della struttura delle proteine e la scommessa per il futuro è avere un’arma da poter utilizzare nell’ambiente per degradare le tonnellate di plastica che lo invadono.

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One Thought to “Da un errore scoperto enzima che digerisce la plastica”

  1. Mary

    Dopo la sensazionale notizia di bruchi che, essendo dotati di un robusto apparato masticatore, non esitano ad usarlo per sfuggire all’asfissia causata dai sacchetti in cui vengono rinchiusi, non si poteva non dare risalto anche a questa notizia. Eppure un enzima non è indispensabile per degradare il polietilentereftalato, anzi basta un ambiente basico per accelerare l’idrolisi/transesterificazione dei poliesteri: questo processo si usa già da tempo per il riciclo chimico del pet.

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