
Secondo l’Ecdc quindi, “le evidenze suggeriscono che le scuole non sono diverse dagli altri ambienti nel rischio di diffusione”, inoltre “nei casi in cui e’ stato trovato il virus in bambini nessuno degli adulti nelle loro scuole si e’ infettato”. Nel documento gli esperti ricordano che le principali misure da rispettare sono il distanziamento fisico, una migliore ventilazione, una corretta igiene delle mani e quando si starnutisce o si tossisce, il rimanere a casa se si hanno sintomi e l’uso delle mascherine quando possibile. A proposito di queste ultime si sottolinea che “a scuola questa misura potrebbe essere difficile da applicare, visto che e’ noto che i bambini hanno una bassa tollerabilita’ alle mascherine per periodi estesi di tempo. Nelle scuole primarie l’uso e’ raccomandato per gli insegnanti e gli altri adulti quando il distanziamento non puo’ essere garantito. Nelle secondarie invece dovrebbero indossarla sia gli adulti che gli studenti”. Via libera anche ai giochi e alle attivita’ di gruppo.
“L’attivita’ sociale per i bambini tra i 2 e i 10 anni aiuta a imparare dai propri compagni e ha un riflesso positivo sulla personalita’ e sul senso di identita’ . Inoltre la scuola e le attivita’ extracurricolari forniscono una struttura e un ritmo quotidiano ai bimbi, e per quelli che soffrono di ansia e depressione la perdita puo’ peggiorare i sintomi. Quindi i bambini dovrebbero poter interagire per ridurre questi rischi, se possibile rispettando le misure di distanziamento e di igiene”. Secondo l’Ecdc le chiusure scolastiche dovrebbero essere ‘l’estrema ratio’ in caso di diffusione del virus. “Se sono prese le misure appropriate – spiegano gli esperti – e’ improbabile che la scuola abbia un ruolo nella trasmissione. Inoltre le scuole sono una parte essenziale della societa’ e della vita dei bambini”.
