Cura delle gengive, pubblicate dall’Iss le prime Linee guida

Da come eliminare la placca prima del trattamento della parodontite ai controlli da fare a casa dopo l’intervento del dentista. Sono appena state pubblicate, sulla piattaforma Sistema Nazionale Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanita’  (Iss), le Linee guida predisposte dalla Societa’  italiana di Parodontologia e implantologia (SIdP) per il “Trattamento della parodontite di stadio I-III”. Il corposo lavoro e’  l’adattamento italiano alle Linee guida della Federazione Europea di Parodontologia, e ha l’obiettivo di guidare il professionista, in quattro step principali, nel trattamento della parodontite nei suoi vari stadi di malattia alla luce delle evidenze scientifiche piu’  recenti.

“L’obiettivo delle Linee guida e’  quella di consentire ai professionisti, ma anche ai pazienti, di avere le stesse informazioni. Informazioni validate scientificamente e certificate, cosi’  da fare chiarezza nel dedalo di terapie proposte”, commenta presidente SIdP Luca Landi. Questa la sequenza che un paziente affetto da parodontite deve aspettarsi venga attuata dal dentista che lo ha in cura per la patologia cronica diventata la quinta piu’  diffusa al mondo. Innanzitutto, prima di iniziare qualsiasi terapia parodontale il paziente deve imparare a lavarsi bene i denti, meglio se con spazzolino elettrico, e a passare correttamente gli scovolini o il filo interdentale. Prima di iniziare la terapia parodontale vanno controllati se possibile i fattori di rischio sistemici e locali, cambiati i comportamenti dei pazienti, se non corretti: ad esempio il fumo andrebbe eliminato o moderato.

Il dentista, prima di eseguire le manovre di igiene orale sottogengivale, deve eliminare la placca e il tartaro presenti nelle sedi sopragengivali e fare in modo che il paziente attraverso le adeguate manovre di igiene orale domiciliare si presenti ai controlli con poca o nulla placca sui denti. Il secondo step riguarda la strumentazione sottogengivale con curettes ed ultrasuoni, spesso da eseguire in regime di anestesia locale. Dopo questa strumentazione vanno attese dalle 8 alle 12 settimane per valutare la guarigione dei tessuti. L’obiettivo e’ ottenere tasche gengivale profonde massimo 4 mm e assenza di sanguinamento della gengiva quando viene introdotta la sonda parodontale.    Se questo obiettivo non e’  raggiunto si passa al terzo step: si puo’  ripetere la strumentazione non chirurgica o si puo’ valutare di utilizzare terapie non chirurgiche aggiuntive, come antibiotici locali e probiotici, la maggior parte delle quali, pero’  non e’  dimostrato abbiano benefici aggiuntivi. Per i difetti gravi e’  necessaria la chirurgia parodontale per ottenere la chiusura della tasca e il ritorno ad uno stato di salute dei tessuti.

Il quarto step riguarda il mantenimento del controllo dell’infiammazione gengivale. Questo puo’  avvenire solo grazie a regolari sedute professionali di controllo, la cosiddetta terapia parodontale di supporto. Questo, conclude il presidente Landi, “e’  il risultato di un lavoro lungo ed intenso reso possibile grazie all’impegno della SIdP in collaborazione con altre societa’  scientifiche di area odontoiatrica e medica. Oltre ad essere un documento ufficiale anche dal punto di vista medico legale, allinea l’odontoiatria alle altre branche della medicina in tema di Linee guida validate”.

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