
Lo studio
Tutti i partecipanti erano stati colpiti da un attacco cardiaco o ricoverati per angina instabile nei precedenti 3-36 mesi. I soggetti hanno completato un questionario psicologico quando sono entrati a far parte dello studio e lo hanno ripetuto dopo sei mesi, un anno, due anni e quattro anni. Le domande per valutare depressione e ansia hanno riguardato, tra le altre cose, la percezione o meno da parte dei partecipanti di essere costantemente sotto tensione, di trovare la vita una battaglia continua, di provare paura o panico senza un motivo apparente o di essere stati utili in qualcosa. Nel complesso, 587 persone, il 62%, non sono risultate stressate in nessuna valutazione psicologica. Altre 255, il 27%, hanno riferito almeno un leggero stress in due o più valutazioni e 35, il 4%, hanno dichiarato di soffrire regolarmente di stress psicologico da moderato a grave. I ricercatori hanno seguito metà dei partecipanti per almeno 12 anni. Durante questo periodo di monitoraggio, 398 soggetti sono morti per tutte le cause e 199 per malattia cardiovascolare.
I commenti
Gli autori avvertono che non si è trattato di un esperimento controllato per dimostrare che depressione o ansia siano le cause della morte prematura di pazienti cardiopatici. Un’altra limitazione dello studio è stata la mancata prosecuzione delle valutazioni psicologiche dopo quattro anni, quindi è possibile che i risultati sottostimino l’impatto dello stress persistente- Secondo Gjin Ndrepepa, ricercatore presso il German Heart Center Munich dell’Università di Monaco autore dell’editoriale che ha accompagnato la pubblicazione dello studio, “la valutazione psicologica usata nello studio non è efficace nell’individuare con precisione l’esatta natura dello stress, ma sappiamo che lo stress mentale può attivare il sistema nervoso simpatico e aumentare i livelli degli ormoni a esso correlato . Ciò potrebbe contribuire a ipertensione, ipercolesterolemia o diabete e incoraggiare comportamenti non sani come fumare, bere o essere inattivi. Queste reazioni avverse interne ed esterne legate allo stress aggravano la progressione della malattia e predispongono le persone a esiti infausti”.
Fonte: Heart 2017
Lisa Rapaport
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
