
Polveri sottili e colesterolo: il mix letale
“Il meccanismo – spiega il professore – è semplice e diretto, quindi molto dannoso:
l’inalazione del particolato fine (si tratta dei PM2.5) provoca un processo di infiammazione nei polmoni e nel sangue, che si ripercuote nell’arteria principale, la carotide”, provocando e accelerando processi come l’invecchiamento delle arterie (arteriosclerosi) oltre all’accumulo di placche aterosclerotiche (aterosclerosi), “specie nei soggetti con
livelli di colesterolo troppo elevati”.
Secondo il farmacologo milanese, inoltre, in presenza di forte inquinamento dell’aria “si è registrata anche una modifica qualitativa del ‘colesterolo buono’, l’HDL, che risulta con ridotta capacità antinfiammatoria”. E l’occlusione più rapida della carotide innalza il rischio di eventi cardiovascolari, a partire dall’infarto. Ma il sangue che coagula più rapidamente favorisce anche le trombosi. In Europa si stima che se i livelli di PM fossero ridotti a quelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il guadagno medio previsto in termini di speranza di vita sarebbe compreso tra 0,4 mesi a Dublino, la città meno inquinata, gli 11,6 mesi di Roma e i 22,1 mesi a Bucarest, la città più inquinata.
Per l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) la Pianura Padana è l’area con la peggiore aria in Europa, con Brescia, Milano e Torino che superano il limite Ue di concentrazione media annua di 25 microgrammi per metro cubo per il PM 2,5 (dati 2013). Venezia si ferma appena sotto questa soglia. Se si considera la soglia raccomandata dall’Oms (10 mg/m3), sono a rischio anche altre grandi città come Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Taranto e Cagliari.
