
Dai risultati è emerso che nei primi mesi del 2020 (fino a marzo) la variazione del tasso di crescita di Covid-19 tra nazioni era fortemente associata a temperatura e umidità. In particolare, l’epidemia cresceva più rapidamente a temperature medie di circa cinque gradi e umidità medio-bassa. Viceversa, in climi molto caldi e umidi, caratteristici di alcune zone tropicali, l’epidemia sembrava diffondersi più lentamente. La diffusione, inoltre, era anche più rapida nelle aree con maggiore inquinamento atmosferico da polveri sottili.
Nel tempo, però, la situazione è cambiata: i diversi Paesi del mondo hanno reagito in modo via via più stringente, mettendo in atto strategie di gestione che hanno rallentato con successo la diffusione dell’epidemia. In pratica, i lockdown della scorsa primavera sono risultati efficienti in tutto il mondo, indipendentemente dal clima. Tanto più si allentano le strategie di contenimento, tanto più le condizioni climatiche influenzano la diffusione della malattia.
