Covid-19: in campo anche i supercomputer

Il Consorzio Interuniversitario per il Calcolo Automatico (Cineca), il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), l’Enea e il Centro Nazionale delle Tecnologie Informatiche e Telematiche (Cnaf) dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) insieme uniti, ognuno con le proprie tecnologie, per far fronte ad un nemico comune: Sars-CoV-2. I supercomputer italiani si mettono al servizio della ricerca medica per studiare in modo più rapido il nuovo virus responsabile dell’epidemia di Covid-19. L’iniziativa è promossa dall’associazione Big Data, che raccoglie il 70% della capacità di calcolo in Italia, in collaborazione con la fondazione Big Data for Human Development.

Dall’analisi delle mutazioni del virus per sviluppare un vaccino, allo scandagliare enormi quantità di molecole per individuare farmaci efficaci nella cura della malattia; si tratta di otto milioni di ore di calcolo messe a disposizione dei ricercatori grazie all’accordo firmato dai principali enti italiani impegnati nel supercalcolo.

La rapidità è davvero essenziale in questa fase, come dimostra l’accelerazione delle ricerche sulle mappe genetiche del nuovo coronavirus, che sono diventate ormai migliaia in tutto il mondo e tutte liberamente accessibili e modificabili: analizzarle in modo veloce ha permesso di progettare molti degli oltre 90 vaccini che hanno avviato la sperimentazione o che si preparano a farlo, di progettare farmaci specifici e di cercare, tra le migliaia di farmaci esistenti, quelli potenzialmente in grado di contrastare il virus.

Proprio l’esigenza della rapidità è considerata dal bando: ricercatori di tutte le nazionalità, purché affiliati a istituzioni italiane sia pubbliche sia private, possono presentare propri progetti di ricerca in via continuativa; le proposte vengono quindi esaminate da una commissione tecnico-scientifica ed entro un paio di giorni potranno avere il via libera.

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