Dal test del dna per prevenire l’infarto alle valvole biologiche che sostituiscono quella aortica o mitralica in caso di gravi patologie, spesso inoperabili: sono gli ultimi progressi della cardiologia, in vari casi veri e propri salvavita, messi però a rischio dalla mancanza di fondi e dai bilanci sanitari ‘in rosso’ di molte regioni. La denuncia arriva dai cardiologi, che avvertono come tutto ciò determini una ”grave discriminazione” tra pazienti. ”Circa 1 mln di italiani – afferma il presidente della Societa’ italiana di cardiologia (Sic), Francesco Romeo, in occasione della presentazione del 76/mo Congresso nazionale della Societa’ – soffrono di valvulopatie ed almeno 300mila non possono essere sottoposti ad un intervento cardiochirurgico per il rischio troppo elevato. Le nuove procedure sono invece mini-invasive e sicure, ma il problema è che le valvole biologiche disponibili sono la metà di quelle che servirebbero ed hanno un costo sostenuto. Per questo – rileva – ci si impone un ruolo ‘etico’, ovvero quello di scegliere a quali pazienti impiantarle, e questo è inaccettabile. È un ‘compito’ che noi cardiologi non vogliamo e non dobbiamo avere”. I dati sono chiari: ”In Italia impiantiamo 40 valvole per milione di abitanti – spiega Romeo – contro le 80 della Francia e le 130 della Germania, passando cosi’ in breve tempo dal 2/o posto in Europa per numero di impianti al 12/mo”. Questo tipo di valvole, avverte l’esperto, ”sono però dei salvavita, e come tali dovrebbero essere inseriti nei Livelli essenziali di assistenza ed essere garantite a tutti i pazienti”. Ed il problema dei costi esiste pure per un’altra delle nuove ‘armi’ della prevenzione cardiologica, ovvero il test del dna per identificare i soggetti che hanno una predisposizione genetica per l’infarto, praticato in alcuni ospedali. Il punto, sottolinea il cardiologo Ciro Indolfi dell’Università di Catanzaro, ”e’ che varie regioni sono in piano di rientro e c’è un problema di risorse per garantire le tecnologie avanzate”. Insomma, nuove cure e tecnologie sono a rischio per una questione economica, mentre sono in arrivo ulteriori novità che promettono grandi passi avanti e sulle quali, pure, incombe la ‘minaccia’ della insostenibilità economica: ”Stiamo mettendo a punto – ha annunciato il cardiologo Jawahar Mehta, dell’Università di Little Rock, Arkansas Usa – una molecola per bloccare un particolare recettore responsabile dell’assorbimento del colesterolo e ciò permetterà di prevenire l’aterosclerosi e le sue conseguenze. I prossimi 5-10 anni vedranno ulteriori, grandi progressi”. Senza dimenticare, come ricorda il cardiologo Eugene Braunwald, della Harvard University, che ”solo 30 anni fa, il 30% dei pazienti con attacco cardiaco moriva entro un mese, contro il 6% di oggi, ed il 20% entro un anno, contro il 3% attuale dei pazienti’
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