Clostridium difficile: l’eccesso di calcio nell’intestino ne favorisce la crescita

(Reuters Health)Alcuni ricercatori statunitensi hanno scoperto –  per il momento nelle sperimentazioni sui topi – che la presenza eccessiva di calcio nell’intestino potrebbe contribuire all’attivazione del metabolismo del Clostridium difficile. In altre parole il calcio presente nell’intestino potrebbe essere collegato alla germinazione delle spore di questo batterio.

Lo studio
Partendo dal fatto che le spore del Clostridium difficile germinano nel piccolo intestino in presenza di sali biliari, glicina e altri agenti, Philip C. Hanna e colleghi, dell’Università di Ann Arbor e della Michigan Medical School, hanno usato sul modello murino i sali biliari per osservare direttamente se il calcio intestinale potesse svolgere un ruolo importante in questa germinazione. I ricercatori hanno così raccolto i contenuti dell’intestino di topi trattati con antibiotici, non infetti;  il calcio è stato esaurito e sono stati effettuati saggi di germinazione ex vivo. Si è evidenziato che negli intestini che contenevano circa 15 nM di calcio tutte le spore di due ceppi germinavano entro un’ora. Tuttavia, l’esaurimento del calcio ha completamente impedito la germinazione di un ceppo e ha permesso solo un tasso di successo del 10% nell’altro. Hanna ha precisato: “Queste spore sono come semi corazzati e possono attraversare l’ambiente acido dell’intestino intatte. Gran parte del peso della spora è costituito dal calcio, così abbiamo cercato d’interpretare  alcuni possibili interrogativi”. Secondo l’autore l’infezione può essere causata dalla germinazione di spore ‘dormienti’, dunque aumentando e integrando il calcio presente nella dieta, e allo stesso tempo fornendo gli antibiotici, si potrebbe riuscire a intervenire sulle spore quiescenti, pulendo completamente l’intestino. “E ancora”, ha concluso Hanna, “saremo metodici e attenti e testeremo queste teorie nei topi prima di prendere in considerazione i trattamenti sull’uomo”.

Fonte: PLoS Pathog 201

 David Douglas

(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)

 

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