Carcinoma prostatico: risonanza magnetica e biopsia mirata utili nella diagnosi

(Reuters Health) – La risonanza magnetica (MRI) con biopsia mirata (TB) non è inferiore alla biopsia prostatica a 12 core transrettale ecoguidata (TRUS) per la diagnosi di carcinoma prostatico e potrebbe avere diversi vantaggi. È quanto emerge dai risultati di uno studio randomizzato condotto presso il Sunnybrook Health Sciences Centre di Toronto.

“Questi risultati mostrano con forza che MRI e biopsie mirate offrono ai pazienti una procedura meno invasiva, la possibilità di evitare una biopsia di tutto l’insieme e possono aiutare a scongiurare il trattamento eccessivo del carcinoma prostatico clinicamente non significativo,”, dice Laurence Klotz, autore principale dello studio.

Lo studio
Il team di ricerca ha randomizzato 453 pazienti a sottoporsi a biopsia TRUS o MIR-TB. I risultati sono stati valutabili per 421 pazienti.
Una lesione con un punteggio pari o superiore a 3 sul Prostate Imaging Reporting and Data System versione 2 è stata rilevata nel 62,4% del gruppo sottoposto a MRI e 87 di questi uomini (37%) hanno avuto un risultato negativo della risonanza e hanno evitato la biopsia.

Tumori con gruppo di grado (GG) pari o superiore a 2 in base alla classificazione dell’International Society of Urological Pathology sono stati diagnosticati nel 30% degli uomini sottoposti a biopsia TRUS versus il 35% di quelli assegnati a MRI-TB.

“La MRI con biopsia mirata ha rilevato il 5% in più di carcinomi prostatici clinicamente significativi rispetto ai soggetti che hanno ricevuto biopsie TRUS-TB sistematiche, dimostrando definitivamente che il metodo soddisfa le prestazioni dell’attuale standard of care”, aggiunge Klotz. “Più di un terzo dei pazienti nel braccio della MRI hanno evitato biopsie complessive in seguito a risultati negativi dell’esame di imaging. Questi soggetti hanno ricevuto una MRI di follow-up nell’arco di due anni”.

“L’uso della MRI ha ridotto la diagnosi non necessaria di carcinomi prostatici a crescita lenta e clinicamente non significativi del 55% (dal 22% al 10%)”, conclude Klotz.

Fonte: Jama Oncology
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

 

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