
Lo studio
Condotta da ricercatori dell’Einstein Medical Center di Philadelphia, la ricerca ha incluso le cartelle cliniche dei pazienti ricoverati provenienti da piĂą di 1.000 ospedali (il 20%Â dei centri medici degli Stati Uniti). Sono stati esaminati in particolare i dati di pazienti di etĂ compresa tra 18 e 55 anni dimessi dagli ospedali nel 2009 e nel 2010. L’uso di marijuana, all’epoca illegale nella maggior parte degli Stati, era segnalato nell’1,5% (316.000) dei 20 milioni di cartelle cliniche dell’analisi, ma non erano disponibili dati sulla quantitĂ o la frequenza di uso.
Confrontando i tassi di malattie cardiovascolari in questi pazienti con quelli di pazienti che non fumavano cannabis, i ricercatori hanno scoperto che l’uso di marijuana era associata ad un aumento del 26 per cento del rischio di ictus e a un aumento del 10 per cento del rischio di insufficienza cardiaca. Risultati confermati anche “correggendo i dati per i fattori di rischio associati alla cannabis, come alcol, fumo e obesitĂ ”, spiegano i ricercatori dello studio che sarĂ presentato a Washington nel corso del 66/mo congresso scientifico annuale dell’American College of Cardiology. “Servono – concludono – studi per capire la fisiopatologia alla base di questo effetto”.
