Cancro colon retto: sopravvivenza legata e espressione recettore vitamina D

colon retto(Reuters Health) In uno studio pubblicato da Gut alcuni ricercatori spagnoli hanno evidenziato che un aumento dell’espressione del recettore per la vitamina D (VDR) nei fibroblasti stromali  è associato ad un allungamento della sopravvivenza di pazienti con cancro del colon-retto.

Il team di ricercatori, guidato da Alberto Munoz della Universidad Autonoma de Madrid –  poiché l’espressione del recettore della vitamina D (VDR), la proteina che media l’azione dei composti derivati della vitamina D, aveva evidenziato una riduzione  nel carcinoma del colon in stadio avanzato della malattia – ha ipotizzato che la vitamina D e suoi derivati ​​potrebbero essere utili per la prevenzione del cancro del colon e per i pazienti nelle prime fasi della progressione del cancro del colon. “I nostri risultati mostrano che questi elementi possono anche esercitare un ruolo protettivo in una proporzione di pazienti affetti da cancro del colon in fase avanzata della malattia, a condizione che i loro fibroblasti associati al cancro (CAF) esprimano VDR”, ha precisato Munoz.

Lo studio
I ricercatori hanno inteso di avviare questo nuovo studio in considerazione del fatto che ad oggi gli effetti potenziali della vitamina D sulle cellule stromali del carcinoma colorettale sono ancora sconosciuti. In particolare il team di Munoz ha esplorato l’espressione di VDR e l’azione della vitamina D3 (calcitriolo) sulle cellule stromali del colorettali. E si è così evidenziato che la mediana della sopravvivenza globale era significativamente più lunga nei pazienti in cui i fibroblasti CAF mostravano livelli più elevati dell’espressione di VDR rispetto ai pazienti in cui i  livelli di espressone dei VDR nei CAF erano inferiori (17,4 vs. 12,6 mesi; p = 0.003). In pratica, e in vitro, il calcitriolo ha inibito l’attivazione dei fibroblasti derivati ​​dai pazienti e la loro azione promigratoria sulle cellule del carcinoma del colon, e i livelli di espressione dei VDR sono apparsi determinanti  nell’entità degli effetti inibitori del calcitriolo su fibroblasti con proprietà protumorali. Dopo l’esposizione al calcitriolo, i CAF mostravano un’impronta genetica associata con una più lunga sopravvivenza dei pazienti con tumore del colon-retto. Il calcitriolo, inoltre, ha inibito anche le proprietà protumorali di fibroblasti ottenuti da polmone, prepuzio, ed embrioni, che avevano espresso i VDR.

“Finora, una serie di tali effetti protettivi (pro-differenziazione antiproliferativa) del calcitriolo contro il cancro al colon era già stato segnalato sulle cellule tumorali maligne, ma mai su fibroblasti tumorali che si ritiene possano giocare un ruolo importante nella carcinogenesi, contribuendo alla trasformazione maligna del tumore”, ha spiegato Munoz. “Così, secondo i nostri risultati, il calcitriolo ha effetti antitumorali nel cancro al colon, agendo sia sui entrambi i tipi di cellule che di livelli: cellule tumorali e CAF”. “E ‘importante, dunque, mantenere un adeguato stato della vitamina D nei pazienti con tumore del colon durante l’intero periodo di malattia (probabilmente di tutti i pazienti affetti da cancro e, inoltre, di tutta la popolazione)”, ha concluso il ricercatore spagnolo, evidenziando che comunque per ora i loro risultati vanno interpretati con cautela in quanto non indicano necessariamente che l’aumento dell’assunzione di vitamina D potrebbe aiutare a migliorare la sopravvivenza dei pazienti con cancro colon-rettale.

Fonte: Gut 2016

Will Boggs MD
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Sciences)

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