Tumore mammario: una vittoria per il buon senso

I risultati a 10 anni di un grande studio clinico sui tumori mammari confermano che lasciare nella paziente una minima quantità di tessuto tumorale diffuso ai linfonodi ascellari non compromette la sopravvivenza complessiva in alcune pazienti.

Secondo Armando Giuliano del Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, autore dello studio, sussiste un consenso diffuso sul fatto che la dissezione ascellare sia necessaria per un miglior controllo del tumore in ogni caso in cui vengano identificate metastasi nei linfonodi sentinella.

I risultati a 5 anni dello studio, denominato Z0011, resi noti nel 2005, hanno dimostrato che nelle pazienti con uno o due linfonodi coinvolti la dissezione del linfonodo sentinella non è inferiore alla dissezione ascellare completa in termini di sopravvivenza complessiva, modificando quindi il suddetto consenso.

Di conseguenza, la dissezione ascellare completa è stata praticata sempre meno sia negli USA che nel resto del mondo. Anche agli studenti di medicina ed agli interni di chirurgia vengono resi noti i risultati dello studio, ma era comunque cruciale riportarne anche gli esiti a più lungo termine in quanto la maggior parte delle pazienti risultava positiva ai recettori per gli estrogeni, e quindi sarebbe potuta andare incontro a recidive.

I risultati a 10 anni comunque rivelano che le recidive non sono state un problema significativo. Secondo gli esperti, la chirurgia del tumore mammario ha tratto beneficio da molti studi clinici importanti negli ultimi 100 anni, caratterizzati da un grande rigore nella generazione delle evidenze, ma talora è necessario il buon senso per superare i tecnicismi statistici. Lo studio Z0011 non ha rispettato i rigorosi esiti statistici predefiniti, ma non lo ha fatto nemmeno un grande studio sulla gestione chirurgica delle appendiciti, che ha dimostrato che la maggior parte dei pazienti con patologia non complicata necessita soltanto di antibiotici e non della chirurgia.

Quest’ultimo studio, denominato APPAC, ha modificato la pratica clinica. Nel presente studio nell’arco di 10 anni non è stato osservato alcun incremento della mortalità, e si sono verificate poche recidive regionali. Laddove le recidive regionali sono limitate, il buon senso suggerisce che è improbabile che la mortalità aumenti. (JAMA online 2017, pubblicato il 12/9)

Post correlati

Lascia un commento



SICS Srl | Partita IVA: 07639150965

Sede legale: Via Giacomo Peroni, 400 - 00131 Roma
Sede operativa: Via della Stelletta, 23 - 00186 Roma

Popular Science Italia © 2024