Psoriasi ungueale: l’importanza della diagnosi per distinguerla dalle onicomicosi

Distinguere tra psoriasi ungueale e onicomicosi è fondamentale per avviare un trattamento appropriato. È quanto sottolinea un gruppo di ricercatori guidati da Alessandra Ventura, del Dipartimento di Dermatologia dell’Università di Tor Vergata a Roma, che ha fatto il punto sul coinvolgimento di questi annessi cutanei nella psoriasi.

La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica che interessa fino al 3% della popolazione generale. La prevalenza del coinvolgimento delle unghie nei pazienti varia dal 15 al 79%. Ma anche se le unghie rappresentano una piccola porzione della superficie corporea, la psoriasi in queste aree può portare i pazienti a disagio psicosociale.

Una diagnosi che distingua tra psoriasi e onicomicosi è quindi importante. La malattia dermatologica, infatti, è difficile da trattare e la terapia dovrebbe prendere in considerazione l’area della superficie corporea interessata, se c’è o meno artrite psoriasica, la gravità della malattia e l’alterazione a livello di qualità della vita.

La psoriasi è curata principalmente con farmaci immunosoppressori come steroidi, metotressato o farmaci biologici che potrebbero aggravare le infezioni micotiche alle unghie. La terapia convenzionale sistemica può inoltre causare tossicità d’organo. Attualmente, vengono utilizzati apremilast e tofacitinib, che favoriscono la guarigione precoce delle unghie con psoriasi, dal momento che agiscono direttamente sulla patogenesi, oltre ad essere più vantaggiosi essendo somministrati per via orale.

Le opzioni di trattamento della psoriasi, però, sono aumentate considerevolmente negli ultimi anni, e “data l’eterogeneità delle terapie, il trattamento dovrebbe essere personalizzato”, hanno concluso gli autori.

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