Dolore cronico ed autogestione: cosa funziona davvero?

Gli interventi di autogestione che stimolano l’autoefficacia migliorano il benessere dei pazienti con dolore cronico. E’ stato condotto uno studio per sintetizzare i fattori facilitanti e le barriere per l’incorporazione delle strategie di autogestione nella vita quotidiana del paziente a seguito del completamento di un intervento per l’autogestione del dolore.

Sono stati selezionati 33 studi per un totale di 512 partecipanti. I fattori facilitanti per l’autogestione comprendono la capacità di distinguere il sé dal dolore, la sensazione di potenziamento che deriva dall’incoroporazione delle strategie di autogestione nella pratica quotidiana e l’ambiente di supporto basato su relazioni collaborative con i medici e sul supporto da parte di famiglia ed amici.

Le barriere invece includono la difficoltà nel mantenere la motivazione all’autogestione del dolore, lo stress correlato al dolore prolungato, ansia, depressione e relazioni non di supporto con medici, famiglia ed amici.

Al di là delle limitazioni dello studio, lo sforzo prolungato derivante dall’autogestione del dolore cronico può dare luogo ad esaurimento, e la motivazione potrebbe tendere a svanire con il tempo dopo l’intervento. Potrebbe dunque risultare importante l’apporto di un supporto supplementare nella forma di sessioni di richiamo e di gruppi di supporto fra pari.

L’assistenza incentrata sul paziente tramite processi decisionali condivisi e la risoluzione guidata dei problemi sono essenziali allo scopo di facilitare l’autogestione continua. (Phys Ther. 2018; 98: 381-97)

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