
Le evidenze scientifiche
Il trapianto di microbiota fecale ha dimostrato di essere altamente efficace contro le recidive dell’infezione da Clostridium Difficile ma è stato studiato anche in un altri disturbi associati ad alterazione della flora intestinale, compresa la colite ulcerosa e la sindrome metabolica. Cammarota e i suoi colleghi fanno parte del Gruppo di lavoro europeo FMT ed hanno partecipato alla redazione del rapporto di consensus basandosi sulle evidenze che sono servite a definire le indicazioni e le metodiche per utilizzare questo trapianto nell’infezione da Clostridium Difficile oltre che per discutere circa l’idoneità di FMT per altre indicazioni e per trovare i requisiti minimi necessaria atti ad implementare un Centro FMT. Gli studiosi raccomandano l’impiego di FMT nella pratica clinica quale opzione di trattamento per i casi lievi e gravi di infezione ricorrente da C. Difficile e per i casi di infezione refrattari. Non ci sono tuttavia prove sufficienti al momento per estendere l’utilizzo di FMT ad altre indicazioni. Suggerimenti dettagliati circa l’impiego del trapianto di microbiota fecale sono stati pubblicati su Gut e riguardano la selezione dei donatori, la preparazione del materiale fecale, la gestione clinica e la consegna dei preparati fecali oltre al monitoraggio dei pazienti. Il Gruppo di studio raccomanda anche di sviluppare Centri di riferimento FMT all’interno degli ospedali, con strutture e comptenze adeguate e incoraggia fortemente la formazione specifica degli specialisti che operano in questi Centri. “Ci aspettiamo che queste raccomandazioni vengano seguite a livello nazionale in diversi Paesi – ha detto il dottor Cammarota – e ci auguriamo che questo consensus aumenti in futuro la realizzazione e la diffusione di Centri di trapianto fecale di microbiota in tutto il mondo e che aiuti ad affrontare e risolvere questioni relative alle procedure “.
Fonte: Gut 2017
Will Boggs, MD
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
