
I nuovi scenari
Alcune aziende stanno cercando di sviluppare tecnologie per ridurre il prezzo della cosiddetta carne ‘coltivata’ o ‘pulita’, che viene fatta crescere da cellule prese da animali vivi. Secondo chi sta tentando questa strada, questa carne potrebbe essere prodotta in laboratori urbani e costare meno della carne reale, oltre a utilizzare il 99% in meno di terra per essere ‘allevata’. Altre start-up, invece, utilizzano ‘l’agricoltura cellulare’ per sviluppare uova, latte e pesci senza il contributo di animali. Hampton Creek, con sede a San Francisco, vorrebbe ottenere il primo prodotto di carne ‘pulita’ per i consumatori entro il prossimo anno, ma gli osservatori di settore e altre aziende pensano che ci vorranno cinque anni prima di arrivare nei ristoranti di alta fascia e un decennio per raggiungere il consumo di massa.
Anche i produttori di carne – un mercato che vale 750 miliardi di dollari – stanno cercando alternative. Il principale produttore di carni negli USA, Tyson Foods, ha creato un fondo da 150 milioni di dollari per sviluppare fonti proteiche a basso costo e ha investito nella società di carne a base di piante Beyond Meat. Mentre Bill Gates, Richard Branson e il gigante Cargill hanno investito nella Memphis Meats, che sta sviluppando carne di pollo, manzo e maiale ‘pulita’. Altri imprenditori, invece, scommettono sugli insetti, ricchi di proteine e già consumati da miliardi di persone, che potrebbero essere facilmente allevati nelle città. Così Terreform ONE, di New York, ha sviluppato un edificio modulare ideale per coltivare grilli che possono essere macinati nella farina. “Nel caso degli insetti si parla di quasi mille volte di meno di consumo di acqua, 300 volte di meno di emissioni di carbonio rispetto alla carne”, ha spiegato Mitchell Joachim, co-fondatore di Terreform. Ma a fare la differenza saranno prezzi accessibili e un marketing astuto; solo così, infatti, si potranno convincere i consumatori a cambiare abitudini.
In ogni caso, prima di passare a queste soluzioni alternative, i Paesi potrebbero ancora riuscire a soddisfare le crescenti richieste e gli obiettivi ambientali apportando modifiche importanti al sistema alimentare, almeno secondo Lorenzo Giovanni Bellù, economista senior alla FAO. “L’agricoltura di precisione, per gestire su misura le colture, potrebbe rendere più efficiente la produzione, mentre le energie rinnovabili potrebbero ridurre le emissioni”, sottolinea l’esperto. Inoltre, le diete dovrebbero diventare più equilibrate per ridurre il consumo di carne, aumentando la quantità di proteine animali disponibili per i Paesi più poveri. “Abbiamo molte cose da fare prima di mangiare gli insetti”, conclude Bellù.
Fonte: Reuters Health News
Sophie Hares
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
