
Descritta su Nature Communications, la tecnica promette di diventare una futura arma per evitare le recidive o per rallentare la progressione del cancro. Da tempo si cercava di rilevare la presenza delle cellule tumorali che rimangono a lungo in circolazione nel sangue prima di colonizzare altri organi. Ma finora tutti i tentativi di intercettarle si sono rivelati infruttuosi. Ora, per la prima volta, diventa possibile catturare queste cellule grazie ad una tecnica che combina biomateriali e immagini ricavate con la tomografia a spettroscopia ottica.
I ricercatori hanno impiantato delle minuscole impalcature di biomateriali modificate in modo da legarsi alle cellule immunitarie. Si sono formate così delle vere e proprie calamite molecolari capaci di intercettare le tumorali in circolazione. I test condotti sui topi hanno dimostrato che, a quasi un mese dall’impianto, le bioimpalcature avevano funzionato, catturando le cellule tumorali e riducendo quelle in circolazione nel sangue. Inoltre, le cellule catturate possono anche essere prelevate dalle bioimpalcature e analizzate per mettere a punto terapie personalizzate.
