
Lo studio
Handa e colleghi hanno preso in considerazione 150 pazienti che si sono rivolti all’ospedale nel 2014 per un episodio di TIA o di ictus minore. Nei giorni precedenti, il 99% dei pazienti ha avuto sintomi che potevano far supporre la presenza di problemi a livello del flusso sanguigno cerebrale. Nei cinque giorni precedenti, il 25% dei partecipanti allo studio ha avuto sintomi che non ha però riconosciuto e solo con il perdurare di questi segni si è rivolto al medico. Il più comune sintomo, rilevato dal 39% dei pazienti, è stata la difficoltà nel parlare. Ma il 30% dei pazienti ha avvertito una riduzione o una perdita della vista, che i molti casi rappresentavano l’unico segno. Tra i pazienti che hanno avvertito i sintomi, il 18% si è precipitato in ospedale, il 17% ha chiamato l’ambulanza, il 55% ha sentito il medico curante e il 10% ha chiamato, invece, un oculista. Complessivamente, più del 60% dei pazienti non si è rivolto subito all’ospedale, limitandosi ad avvertire un familiare o aspettando il giorno successivo prima di intervenire. Secondo Stephan Dombrowski, psicologo clinico all’Università di Stirling, in Scozia, i sintomi dell’ictus non sono sempre così intensi e non sempre si avvertono tutti insieme. “Anche un solo sintomo, però, può indicare un possibile ictus in atto”, ha spiegato l’esperto.
Fonte: British Journal of Surgery
Madeleine Kennedy
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
