Atleti ansiosi? Ci pensa il coach del sonno

(Reuters Health) – Uno sleep coach britannico sta insegnando le tecniche degli ‘uomini delle caverne’ alle star internazionali dello sport per tenerli lontani dall’abuso di stimolanti e pillole per dormire.

Padroni del proprio ritmo sonno-veglia?
Che siano pillole per dormire o eccitanti per rimanere svegli quando la stanchezza incombe, il voler controllare il proprio ritmo sonno-veglia in maniera artificiale sembrerebbe essere un problema che accomuna molti atleti. Ma come avviene per tutte le grandi star, ad ogni problema emergente corrisponde la nascita di una figura addetta a “risolverlo”, e in questo caso si parla dello “sleep coach”. Si chiama Nick Littlehales l’esperto che si occupa dei sonni degli atleti inglesi delle olimpiadi, ed è stato proprio lui a parlare pubblicamente del comune problema che attanaglia la maggior parte degli sportivi: il sonno. Da chi si rivolge anche al mercato nero di internet per acquistare farmaci contro l’insonnia senza prescrizione, a chi usa una polvere di tabacco denominata ‘Snus’ per stare sveglio quando è stanco – succede in Scandinavia – sono molti gli atleti che dovrebbero cambiare il proprio approccio al sonno, spiega Littlehales. La risposta a un sonno efficiente e al recupero, spiega, è molto più semplice e molto più sana. “Dormire in posizione fetale, sul lato non dominante, in questo modo puoi rilassarti e sapere che puoi combattere qualsiasi attaccante, se necessario – spiega alla conferenza SoccerEx tenutasi a Manchester – Gli esseri umani sono stati “progettati” per dormire sul pavimento, ed è così che dev’essere. Dieci centimetri di gomma piuma, sul pavimento”.

Eliminare l’ansia
Dopo aver lavorato per circa 20 anni con gli atleti di elite del Manchester United, Littlehales collaborato con numerosi club di calcio, nazionali, con i ciclisti del Team Sky e con la squadra olimpica britannica. Gran parte del suo lavoro è finalizzato all’eliminazione dell’ansia nei giovani sportivi. “Troppo spesso i giocatori cominciano ad usare farmaci stupefacenti, ma il sonno è solo un processo naturale e una volta che si capisce questo concetto, si può letteralmente rivoluzionare l’approccio a questi problemi – afferma – Nel momento in cui la persona capisce che star svegli tra le due e le tre del mattino può essere fisiologico perché è un orario comune di veglia, allora sarà anche pronto ad andare incontro in maniera naturale a un sonno più profondo. E in situazioni difficili si può dormire per periodi più brevi e più spesso.”

By Ossian Shine

(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)

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