Artrite reumatoide: dati rassicuranti su rischio cancro nuovi farmaci biologici

(Reuters Health) – Un numero crescente di pazienti con artrite reumatoide sono oggi trattati con i nuovi farmaci biologici antireumatici modificanti la malattia (bDMARD), tuttavia il rischio di cancro per questi pazienti desta preoccupazioni. Ora, a rassicurare sulla sicurezza delle terapie innovative, sono i risultati di uno studio pubblicato su JAMA Internal Medicine.

Lo studio
“Considerando l’uso diffuso e crescente di farmaci biologici anti-reumatici modificanti la malattia (bDMARD) per il trattamento delle condizioni infiammatorie croniche, la preoccupazione è che l’immunomodulazione possa alterare il rischio e la progressione del cancro. I dati disponibili sull’uso di queste terapie nella pratica clinica sono limitati e il rischio di sviluppare cancro è preoccupante”, ricorda Hjalmar Wadstrom del Karolinska Institutet di Stoccolma e dell’Anti-Rheumatic Therapy study group (ARTIS) in Svezia. Wadstrom e colleghi hanno inteso verificare il rischio di cancro in questi pazienti, e hanno visto che nel complesso, il rischio di neoplasie maligne nei pazienti trattati con farmaci anti-TNF di prima linea o con farmaci anti-TNF (tocilizumab, abatacept, rituximab) di seconda linea, non differisce da quello dei pazienti trattati con farmaci convenzionali anti-reumatici modificanti la malattia (csDMARDs), con la possibile eccezione di un aumento del rischio di cancro nei pazienti trattati con abatacept, scrivono gli autori nell’articolo. Per questo studio Wadstrom e colleghi utilizzando i dati del Registro Nazionale, hanno identificato coorti di pazienti affetti da RA che iniziavano il trattamento con tocilizumab, abatacept o rituximab; quelli che usano un inibitore del TNF come bDMARD per la prima o per la seconda volta; una coorte di pazienti naive per il trattamento DMRD e trattati con csDMARDs; e un gruppo di confronto della popolazione generale. Il set di dati comprendeva 15,129 iniezioni di un inibitore TNF come prima o seconda terapia con bDMARD, 7,405 iniezioni di altri bDMARDs e 46,610 utenti di csDMARD, nonché 107,491 adulti nella popolazione generale. Attraverso le coorti, l’età media variava da 58 a 64 e la percentuale di donne coinvolte dal 71% all’80%.

I risultati
“In questo studio, a nostra conoscenza uno dei più grandi studi osservazionali fino ad oggi realizzati sul rischio di neoplasie maligne nei pazienti affetti da RA trattati con bDMARD, abbiamo scoperto che il rischio complessivo di sviluppare il cancro tra i pazienti con RA che iniziano il trattamento con inibitori del TNF o non-inibitori del TNF, come avviene nella pratica clinica, non sono diversi da quelli dei pazienti naive per il trattamento con RA bDMARD”, precisano Wadstrom e colleghi. “Non abbiamo trovato nessun rischio aumentato di neoplasie maligne complessivamente (95% di CI – intervalli di confidenza). Inoltre, non abbiamo trovato alcun aumento del rischio per i pazienti che iniziano l’inibitore del TNF come secondo bDMARD “, ribadiscono gli autori. Non ci sono stati “segnali” di aumento dei rischi per i tipi specifici di cancro indagati, ad eccezione che per il farmaco abatacept, per il quale i dati suggeriscono un aumento del rischio di cancro cutaneo epiteliale a cellule squamose (rapporto di rischio adeguato, 2,15), anche se i ricercatori avvertono che questa osservazione necessita di ulteriori verifiche.

Le limitazioni
Secondo gli autori una limitazione dello studio è che il tempo di follow-up e la potenza statistica sono “limitatamente riferite ad un periodo inferiore a 10 anni”, data l’introduzione relativamente recente della terapia non TNF in RA. Nonostante ciò, essi affermano che si può concludere da questo studio che “l’uso a breve e medio termine di tocilizumab, abatacept, rituximab o farmaci anti-TNF sembra essere sicuro in relazione ai rischi d’incidenza del cancro”.

JAMA Intern Med 2017
di Reuters Staff

(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)

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