Arriva in farmacia il primo “auto test” per l’HIV

test hivSemplice da utilizzare, rapido e attendibile. L’autotest, distribuito in Italia da Mylan, ha un costo di 20 euro e richiede circa 5 minuti e può essere eseguito facilmente da chiunque a casa propria: basta un prelievo di sangue dal polpastrello e un’attesa di 15 minuti per leggere il risultato.

Dal 1 dicembre, nelle farmacie italiane, saranno disponibili i test per l’autodiagnosi dell’HIV. Il prodottosarà disponibile – senza alcuna necessità di ricetta medica – per le persone maggiorenni.

Già introdotto in Francia, l’autotest è stato accolto positivamente a riprova di un bisogno che non trovava risposta: è infatti uno strumento utile per far emergere il sommerso delle diagnosi tardive da HIV (in Italia si stimano da 6.500 a 18.000 persone sieropositive non diagnosticate), con una conseguente diminuzione del rischio collettivo; e anche intercettare persone che oggi non se la sentono di rivolgersi alle strutture preposte in cui si fanno i test per l’HIV.

E proprio ieri in vista della Giornata mondiale Aids del 1 dicembre, l’Oms ha deciso di raccomandare l’auto test per l’HIV “come modo innovativo per raggiungere più persone con HIV e contribuire a realizzare l’obiettivo mondiale, lanciato nel 2014, di rendere consapevole del loro stato il 90% di tutte le persone con HIV entro il 2020”.

Il nuovo dispositivo medico è stato presentato oggi alla Camera dei Deputati in una conferenza stampa promossa dalla Fondazione Onlus The Bridge, in collaborazione con NPS Italia Onlus e Mylan S.p.a. alla quale hanno partecipato l’On. Eleonora Cimbro: Camera dei Deputati, il Sen. Andrea Mandelli: Senatore della Repubblica e Presidente FOFI, Rosaria Iardino:Presidente Fondazione Onlus The Bridge, Cinzia Falasco Volpin: Amministratore delegato Mylan Italia, Margherita Errico: Presidente NPS Italia Onlus, Riccardo Berno di Federfarma in rappresentanza dela presidente Annarosa Racca e Giuliano Rizzardini: Direttore Dipartimento malattie Infettive Ospedale Sacco.

Perché serve un test rapido e facilmente accessibile. L’acquisto del test con consegna contestuale di materiali informativi da parte del farmacista, può consentire una maggiore sensibilizzazione della persona coinvolta: un aspetto, questo, da non sottovalutare se pensiamo che in Italia solo il 43% delle persone (Indagine NPS Italia/SWG 2016) è apparsa consapevole che per la cura efficace dell’infezione da HIV, bisogna agire prima possibile. Grazie all’aiuto del farmacista, la persona verrà soprattutto a conoscenza del fatto che la sieropositività non è più una condanna a morte. Ma non solo, la possibilità di acquistare un test direttamente in farmacia darà una possibilità in più a quanti, per timore di una mancata privacy, non vogliono rivolgersi ai servizi sanitari o ai laboratori privati. La paura di essere stigmatizzati in alcuni contesti sociali è infatti ancora molto presente.

Come funziona. Semplice da utilizzare, rapido e attendibile. L’autotest, distribuito in Italia da Mylan, ha un costo di 20 euro e richiede circa 5 minuti e può essere eseguito facilmente da chiunque a casa propria: basta un prelievo di sangue dal polpastrello e un’attesa di 15 minuti per leggere il risultato.

Prima di fare il test è però fondamentale osservare il cosiddetto “intervallo finestra”, ossia quel lasso di tempo che intercorre tra il momento del presunto contagio e la produzione di anticorpi che segnalano la presenza del virus. Per poter eseguire il test capillare bisogna quindi aspettare 90 giorni. L’autotest per l’HIV, se utilizzato correttamente, assicura anche la massima attendibilità nella rilevazione dell’infezione (di poco inferiore al 100%)

Per acquistare il prodotto non è necessaria la ricetta medica, ma bisogna essere maggiorenni. Come per altri test è possibile, in rari casi, che risulti una falsa positività al virus, ossia che venga rilevata un’infezione in realtà non presente: per questo motivo, in caso di test positivo, è sempre necessario consultare immediatamente un medico e ripetere l’esame presso una struttura sanitaria e/o un laboratorio di analisi.

I numeri dell’HIV e delle persone potenzialmente sieropositive inconsapevoli
Nel 2015, sono state segnalate 3.444 nuove diagnosi di infezione da HIV (questo numero potrebbe aumentare a causa del ritardo di notifica) pari a un’incidenza di 5,7 nuovi casi di infezione da HIV ogni 100.000 residenti. Un dato che segna un calo del 10% rispetto alle 3.850 nuove diagnosi del 2014.

Tra le nazioni dell’Unione Europea l’Italia si colloca al 13° posto in termini di incidenza delle nuove diagnosi HIV. Nel 2015, l’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è diminuita lievemente rispetto ai tre anni precedenti.

Le regioni con l’incidenza più alta sono state il Lazio, la Lombardia, la Liguria e l’Emilia-Romagna. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2015 erano maschi nel 77,4% dei casi. L’età mediana era di 39 anni per i maschi e di 36 anni per le femmine. L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di 25-29 anni (15,4 nuovi casi ogni 100.000 residenti).

Nel 2015, la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV era attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituivano l’85,5% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 44,9%; MSM, maschi che fanno sesso con maschi, 40,6%). Nel 2015, il 28,8% delle persone diagnosticate come HIV positive era di nazionalità straniera.

Inoltre, l’incidenza è stata di 4,3 nuovi casi ogni 100.000 tra italiani residenti e di 18,9 nuovi casi ogni 100.000 tra stranieri residenti. Le incidenze più elevate tra stranieri sono state osservate in Abruzzo, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Tra gli stranieri, la quota maggiore di casi era costituita da eterosessuali femmine (36,9%), mentre tra gli italiani da MSM (48,1%)

I casi di AIDS conclamato. Dall’inizio dell’epidemia (1982) a oggi sono stati segnalati oltre 68.000 casi di AIDS, di cui più di 43.000 deceduti. Nel 2015 sono stati diagnosticati 789 nuovi casi di AIDS pari a un’incidenza di 1,4 nuovi casi per 100.000 residenti. L’incidenza di AIDS è in lieve costante diminuzione negli ultimi tre anni. Nel 2014 i nuovi casi erano stati 913.

Le diagnosi tardive: in Italia si stimano da 6.500 a 18.000 persone con Hiv non diagnosticato. Nell’ultimo decennio è aumentata la proporzione delle persone con nuova diagnosi di AIDS che ignorava la propria sieropositività e ha scoperto di essere HIV positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di AIDS, passando dal 20,5% del 2006 al 74,5% del 2015.

Il numero stimato dall’Istituto superiore di sanità di persone che vivono con l’infezione da HIV non diagnosticata è di 6.250 nel 2014. I maschi rappresentano il 73% dei non diagnosticati, gli stranieri il 28%. Nei tre anni di studio (2012/2014) le modalità di trasmissione più rappresentate sono state gli eterosessuali maschi (33 nel 2012 e 34% nel 2014) e gli MSM (31e 39%).

Complessivamente, quindi, in Italia, tra il 2012 e il 2014, circa 6.200-6.500 persone sieropositive ogni anno non erano ancora diagnosticate e avevano urgente bisogno di sottoporsi a terapia.

Altri studi (Mammone et al. AIDS, 2016) hanno stimato che in Italia, nel 2012, vi erano 125.000-130.000 persone viventi con l’HIV, di cui 12.000-18.000 non ancora diagnosticate.

“Questi risultati – si legge nell’ultimo rapporto Aids dell’Iss del novembre 2016 – sottolineano l’importanza di migliorare gli sforzi per promuovere l’identificazione precoce delle infezioni HIV, in particolare tra la popolazione maschile”.

In arrivo una mozione parlamentare bipartisan. E sulla necessità di un maggiore impegno del Governo nella prevenzione e la lotta all’Aids l’annuncio in conferenza stampa di una mozione bipartisan da parte di Mandelli (FI) e Cimbro (PD) per mantenere alta l’attenzione, dare piena attuazione al Piano nazionale Aids, per far rientrare le tematiche dell’Aids nei programmi di educazione sanitaria nelel scuole e per assicurare l’acceso alle nuove terapie in tutte le Regioni.

Ecco cosa hanno detto gli ospiti della conferenza stampa:
Rosaria Iardino (The Bridge): “Una volta entrato a regime, l’autotest potrà diventare uno strumento di utilizzo diffuso, agendo su due punti: l’abbattimento dei pregiudizi nei confronti della malattia e l’innalzamento del livello di consapevolezza del possibile contagio. La paura dell’Aids è probabilmente una delle ragioni profonde per cui alcune persone non si proteggono e non vogliono sapere se siano state o meno contagiate, negando e nascondendo il problema: rendere semplice e autosomministrato il test potrebbe contribuire a rendere l’infezione da HIV più simile alle altre patologie croniche”.

Eleonora Cimbro (Camera dei Deputati): “Recarsi in farmacia, acquistare un test HIV da poter fare in totale autonomia tra le mura di casa propria: ottima iniziativa che tenta di incoraggiare le persone a superare il tabù culturale costruito attorno a una malattia cronica sì, ma ad oggi curabile e monitorabile, soprattutto se diagnosticata per tempo. Come istituzioni dobbiamo lavorare in questa direzione, favorendo azioni efficaci e concrete come queste, parallele alle campagne di sensibilizzazione e prevenzione: solo attraverso la corretta informazione medico-scientifica – e non il passaparola molto spesso impreciso e pressapochista –, insieme a strumenti di diagnosi e cura facilmente accessibili a tutti, si può garantire una qualità di vita assolutamente buona e duratura alle persone affette da HIV, smontando il coriaceo pregiudizio che ancora ruota attorno a questa malattia”.

Andrea Mandelli (Senatore e presidente della Fofi): “Tutti i dati degli ultimi anni confermano che uno dei problemi maggiori nella prevenzione della diffusione del virus HIV sta nella non consapevolezza di molte persone della loro condizione di sieropositivi. Le stime parlano di un minimo di 6.500 persone fino a un massimo di 18mila con infezione HIV non registrate e che purtroppo, nella maggior parte dei casi, scoprono di essere sieropositivi molto tardi. Compromettendo così un efficace percorso terapeutico, senza contare il rischio che esse rappresentano anche per la salute dei loro partner. L’arrivo anche in Italia dell’autotest per la diagnosi dell’HIV in libera vendita nelle farmacie italiane è pertanto un’ottima notizia. Sia per l’impatto che l’autotest potrà offrire nel far emergere il “sommerso” sia per l’opportunità di sensibilizzare migliaia di persone sulla prevenzione dell’HIV, grazie al contatto con il farmacista che, in qualità di operatore sanitario, potrà fornire informazioni e supporto per una migliore conoscenza della malattia e delle modalità più idonee a prevenirla”.

Annarosa Racca (Presidente Federfarma): “Come Federfarma, abbiamo da subito accolto favorevolmente la scelta della farmacia come canale di vendita del nuovo autotest HIV. Sempre di più la farmacia sta diventando un punto di riferimento per il paziente, dove trovare consulenza e competenza. La distribuzione del test, così importante per la salute, in farmacia significa quindi garantire un accesso agevole al prodotto e allo stesso tempo fornire assistenza e supporto al paziente”.

Giuliano Rizzardini (Sacco): “La situazione nella popolazione immigrata. Il 27,1% delle persone HIV + è di nazionalità straniera; nel 2014 l’incidenza è stata di 4,7 nuovi casi ogni 100 mila tra gli italiani residenti e di 19,2 nuovi casi ogni 100mila tra gli stranieri residenti. Un dato quest’ultimo importante in quanto il fenomeno dell’immigrazione come dimostrato da diversi studi ha prodotto un aumento della diffusione di nuovi ceppi virali e quindi ad una più mista e complessa flora di HIV, che potrebbe accelerare il progredire dell’infezione nell’organismo, restringendo il tempo disponibile per una diagnosi tempestiva. L’accesso per tempo al test per l’HIV, e dunque qualsiasi strategia in grado di facilitarlo, potrebbe quindi assumere nel prossimo futuro ancora più rilevanza clinica”.

Margherita Errico (NPS): “A ridosso della settimana europea della promozione del test Hiv, 22 -29 novembre – alla quale Nps da tempo aderisce in Italia sta per avvenire la reale rivoluzione in questo ambito: il cambiamento di setting in cui sarà possibile eseguire il test, la farmacia. Per NPS è però importante che la persona non resti da sola. Per mantenere la consuetudine del counselling pre e post test Nps fornirà un opuscolo informativo sull’HIV in ogni kit e offrirà occasioni di formazione ai farmacisti stabilendo così un’offerta completa del test sin dall’inizio di questa “rivoluzione”.

Cinzia Falasco Volpin (AD Mylan): “Oggi è una giornata molto importante per Mylan. Siamo orgogliosi di introdurre sul mercato italiano un prodotto così rilevante per la salute dei pazienti. Mylan è da sempre impegnata nella lotta contro l’infezione da HIV e oggi siamo felici di essere insieme a Fondazione The Bridge e NPS Italia Onlus a presentare uno strumento che risponde al bisogno di una grande fetta di pazienti affetti dal virus e inconsapevoli di esserlo. E siamo onorati che le Istituzioni siano al nostro fianco. La nostra missione è fornire ai pazienti l’accesso alle cure migliori e con questo autotest vogliamo offrire a tutti la possibilità di aiutare se stessi e gli altri: non bisogna avere paura di conoscere, oggi abbiamo gli strumenti per sconfiggere la malattia”.

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