
I ricercatori americani hanno analizzato i dati su pazienti con OSA, di cui 85 hanno ricevuto il trattamento HNS e 217 sono stati trattati con la cPAP. Un miglioramento significativo è stato osservato nei punteggi del Patient Health Questionnaire-9 (PHQ-9) per HNS rispetto a cPAP, differenza media -1,48; con miglioramenti simili nei punteggi di Epworth Sleepiness Scale (ESS), Functional Outcomes of Sleep Questionnaire (FOSQ) e Insomnia Severity Index (ISI).
In particolare, i tassi di differenze tra HNS rispetto a cPAP erano del 65% vs. 55%, per i punteggi ESS, 59% vs. 31% per il FOSQ, 29% vs. 24,4% per il PHQ-9, e 47% vs. il 36,4%, per l’ISI. Alla valutazione a un anno, poi, l’HNS ha mostrato miglioramenti significativi nel 61% dei pazienti, per ESS, nel 55%, per FOSQ, nel 30%, per PHQ-9, e nel 44%, per l’ISI.
“Visto che le OSA sono un disturbo diffuso associato alla compromissione della qualità di vita, i medici dovrebbero tendere al trattamento”, ha spiegato Walia. E sebbene il cPAP sia il trattamento di scelta, “se non funziona dovrebbero essere considerate terapie alternative come la stimolazione del nervo ipoglosso, messo a punto per i pazienti con OSA da moderata a grave, che non tollerano la cPAP”. Il trattamento, tuttavia, “non è adatto per i pazienti obesi, quelli con OSA prevalentemente centrali, quelli con collasso concentrico del palato molle e le pazienti in gravidanza”, ha spiegato l’esperta.
Fonte: JAMA Otolaryngology – Head and Neck Surgery
Marilynn Larkin
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
