Apnea ostruttiva del sonno: ossigeno supplementare migliora la pressione del sangue

(Reuters Health) – La somministrazione supplementare di ossigeno riduce in modo significativo la pressione sanguigna mattutina nei pazienti con apnea ostruttiva del sonno (Osa). E’ quanto emerge da uno studio crossover pubblicato da Respiratory and Critical Care Medicine.

La premessa
L’Osa è  associata a una pressione sanguigna elevata durante il giorno e la ventilazione meccanica a pressione positiva continua (Cpap) ha dimostrato di migliorare questo parametro, soprattutto nei pazienti con ipertensione resistente. Non è chiaro tuttavia se la Cpap funzioni eliminando l’ipossia intermittente oppure riducendo i risvegli.

Lo studio
Chris D. Turnbull e colleghi, dell’Oxford Center for Respiratory Medicine al Churchill Hospital nel Regno Unito, hanno cercato di chiarire il ruolo dell’ipossia intermittente negli aumenti di pressione diurni nellOsa sottoponendo a un trial 25 persone con Osa, di grado da moderato a severo, che erano stati trattati con la Cpap per almeno un anno.
I pazienti sono stati randomizzati durante la prima visita per ricevere una somministrazione supplementare di ossigeno o aria durante la notte a un livello di 5l/min attraverso cannule nasali o maschera facciale, in sostituzione al loro trattamento con Cpap per due settimane. Dopo un periodo di due settimane con la loro Cpap, i pazienti sono nuovamente tornati a ricevere, sempre per due settimane e sempre al posto della loro terapia, la somministrazione supplementare di aria o ossigeno.

I risultati
Rispetto all’aria, l’ossigeno supplementare ha fermato l’aumento della pressione, con un decremento relativo di 6.6 mmHg della sistolica e 4.6mmHg della diastolica. La somministrazione supplementare di ossigeno non ha invece avuto effetti significativi a casa o in ufficio sulla frequenza cardiaca mattutina.“Mentre non sono ancora chiari gli esatti meccanismi che attenuano la pressione sanguigna all’aumento dell’ossigeno durante la carenza di Cpap, l’ipossia intermittente sembra essere la causa dominante degli aumenti di pressione nell’Osa – spiegano i ricercatori – Questo era uno studio meccanicistico fisiologico e sono necessarie ulteriori ricerche per capire se la somministrazione supplementare di ossigeno si possa tradurre in un beneficio clinico”.

Fonte: Respir Crit Care Med 2018

Staff Reuters

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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