
L’analisi
Nel suo primo studio di questo genere l’Università di Melbourne, come riportato dal sito News.com.au, ha rilevato che oltre la metà delle morti da morsi e punture di animali velenosi tra il 2000 e il 2013 è stata causata da shock anafilattico. Rispetto ai serpenti, l’insieme di api, vespe e calabroni ha causato il doppio dei ricoveri e lo stesso numero di vittime (27). Su 42 mila persone finite in ospedale negli ultimi 13 anni per morsi e punture velenosi, un terzo è stata punta da api.
Tra gli insospettabili pericolosi che vivono nel giardino di casa ci sono anche formiche e zecche. Secondo il rapporto questi insetti hanno causato più vittime di ragni e meduse: in 13 anni 5 persone sono morte e oltre 4.500 sono finite in ospedale per i loro morsi. Nello stesso intervallo temporale nessuno è morto a seguito di un morso dai un ragno e solo tre persone sono decedute a causa del veleno della famigerata cubomedusa.
La maggior parte delle persone ricoverate o morte si trovava in aree molto popolate, spiega al sito australiano Ronelle Welton, dell’Unità australiana veleni. “Più della metà dei decessi è avvenuta dentro casa e quasi due terzi si è verificata in zone non isolate, come potremmo aspettarci, ma in grosse città o aree dove le cure sanitarie sono velocemente
accessibili”. Per lo più, sottolineano i ricercatori, sono le reazioni allergiche a rivelarsi fatali: la metà delle persone decedute dopo un morso di serpente aveva fatto in tempo a
recarsi in ospedale, mentre solo il 44% di chi è morto per reazione allergica alla puntura di un insetto ci era riuscito.
