Secondo quanto riportato da alcuni nuovi studi, i lavori che più aiutano a prevenire i sintomi dell’Alzheimer sono quelli che implicano delle relazioni interpersonali. Analizzare dati in solitudine, fare ricerche solitarie e altamente specializzate non aiuterebbe affatto tanto quanto il doversi occupare della complessità delle relazioni umane. Ad osservarlo è stata una indagine dell’Università del Wisconsin presentata alla conferenza internazionale sull’Alzheimer in corso a Toronto.
“Lavorare con altra gente, interagire con altra gente accade in tempo reale e richiede un intenso impegno cerebrale – ha osservato l’autore della ricerca, Ozioma Okonkwo – con il cervello funziona così, o lo si usa o lo si perde, e se lo si usa un sacco lo si aiuta a sostenere le ingiurie del tempo”. Un altro studio dell’università di Toronto ha analizzato con la risonanza magnetica i cervelli di poco meno di 300 volontari dai 60 anni in su: gli studiosi hanno osservato che anche in partecipanti che esibivano la presenza di lesioni associate all’Alzheimer mostravano in realtà capacità mentali e mnemoniche migliori se erano stati impegnati in lavori con interazioni sociali complesse.