Alzheimer: rischio uguale per uomini e donne con genotipo APOE E4

(Reuters Health) – Non c’è differenza tra i sessi. Uomini e donne bianchi e di età tra i 55 e gli 85 anni, che presentano almeno una copia dell’allele E4 dell’apolipoproteina E (APO E4), hanno lo stesso rischio – elevato – di sviluppare Alzheimer. È quanto ha dimostrato una metanalisi coordinata da Arthur Toga, della Keck School of Medicine della University of Southern California di Los Angeles. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su JAMA Neurology.

Lo studio
Per la ricerca, Toga e colleghi hanno analizzato i risultati di 27 studi, per un totale di 31.340 persone caucasiche, non ispaniche, di cui sono stati presi in considerazione i dati clinici e le informazioni sul genotipo dell’apolipoproteina E, per capire come il sesso e il genotipo potessero influenzare il rischio di sviluppare deboli alterazioni a livello cognitivo e Alzheimer. Dai risultati è emerso che gli uomini e le donne con i genotipo E2/E4 avevano lo stesso rischio, elevato, di sviluppare Alzheimer e debole alterazione a livello cognitivo. Prendendo in considerazione i sottogruppi, le donne tra i 65 e i 75 anni con APOE E2/E4 avevano un aumento del rischio di Alzheimer pari a 4,37 volte, significativamente più alto rispetto a 3,14 negli uomini della stessa età e con lo stesso genotipo. Le donne con APOE E2/E4 sembrerebbero essere anche più predisposte a sviluppare una debole alterazione cognitiva con un rischio del 43% più alto, rispetto agli uomini che avevano un rischio maggiore ‘solo’ del 7%, nella fascia di età compresa tra 55 e 70 anni.

I commenti

“Si tratta di un risultato sorprendente – dice Toga – dal momento che negli ultimi 20 anni molti lavori si sono concentrati su uno studio del 1997 che indicava per le donne con APOE E4 un rischio maggiore rispetto agli uomini di qualsiasi età”. Toga ha sottolineato, tuttavia, che servono ulteriori studi su un maggior numero di casi per avvalorare questi risultati, soprattutto perché la differenza di genere non viene quasi mai indagata negli studi clinici. Secondo Dena Dubal, del Weill Institute for Neurosciences della Università della California di San Francisco, “APOe E4 è il più grande fattore di rischio per l’Alzheimer, un processo clinicamente invisibile e insidioso che comincia decenni prima che si manifestino i sintomi. Per le donne conoscere lo stato della APOE E4 potrebbe rappresentare una possibilità di intervento preventivo, con cambiamento dello stile di vita per quelle a rischio di Alzheimer”. E la prospettiva potrebbe essere anche sviluppare una medicina personalizzata, con trattamenti basati sui pathways della APOE E4.

Fonte: JAMA Neurology

Will Boggs

(Versione italiana Popular Science)

 

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