
I presupposti
L’idea nasce da uno studio di Ruth Itzhaki dell’Università di Manchester, prima firmataria dell’editoriale, pubblicato su Lancet nel 1997, la cui conclusione era che l’infezione e la mutazione genetica insieme, aumentano di 12 volte il rischio Alzheimer rispetto alla mutazione o all’infezione da sole, ma nonostante diverse altre ricerche abbiano confermato il legame nella comunità scientifica c’è ancora molto scetticismo. “Se la teoria si rivelasse esatta, ed è un grosso ‘se’ – spiega Itzakhi sul sito di Scientific American – le implicazioni sarebbero enormi, e sarebbe possibile vaccinare contro la malattia semplicemente immunizzando contro le infezioni. Ma costruire delle prove certe potrebbe richiedere decenni, anche per la difficoltà nel trovare i fondi”.
