
Lo studio
Il team ha studiato il ruolo dell’alcol nel microbioma orale all’interno di uno studio trasversale su 1.044 adulti statunitensi (età media 67,7 anni, 95% caucasici), che prendevano parte a due studi sul cancro, attulamente in corso.Tutti i partecipanti erano sani quando sono stati arruolati negli studi e hanno fornito campioni del loro microbioma orale e informazioni sul consumo di alcool: il 25,9% non beveva, il 58,8% era composto da bevitori moderati e il 15,3% beveva molto. Tra i consumatori di alcool, il 13% beveva solo vino, il 5% solo birra a il 3,4% solo liquori. I gruppi dei bevitori presentavano percentuali più elevate di uomini e fumatori.
I risultati
Tra forti bevitori e astemi si registrava una forte diversità del microbiota orale e dei profili batterici in genere, oltre che una riduzione di un gran numero di Lactobacilli commensali tra i consumatori di alcool. Tra i forti bevitori erano presenti soprattuttoi Actinomiceti, Leptotrichia, Cardiobacterium e Neisseria. Secondo gli autori, acuni di questi batteri contengono patogeni orali, mentre i Neisseria, dall’etanolo, possono sintetizzare l’acetaldeide, sostanza cancerogena per gli uomini.
Dopo aver verificato il livello di consumo di alcool, il team ha riscontrato che la diversità microbica e i profili potevano differire tra astemi e consumatori di vino, ma non tra astemi e consumatori di birra o di liq uore. Tutte le differenze significative tra consumatori di alcool e astemi sono rimaste.
Fonte: Microbiome 2018
Marilynn Larkin
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
