
I risultati
Sul totale dei 637 partecipanti, il 37% degli intervistati a casa, il 23,4% degli intervistati nei centri terapeutici e il 57,7% degli intervistati nel progetto NYU Langone risultavano corrispondenti ai criteri del DSM-5 per ADHD degli adulti sulla base delle risposte ai colloqui; 45,9% erano di sesso maschile, e l’età media era di 33.1 anni. Si è così identificata una scala di valutazione per l’ADHD degli adulti nei campioni della popolazione generale. La prevalenza è stata del 8,2%; la sensibilità dello strumento di valutazione è stata del 91,4% e la specificità, del 96%. Quando lo stesso algoritmo è stato poi applicato al campione di popolazione NYU per essere validato, la prevalenza era molto più alta, fino al 57,7%; la sensibilità è stata del 91,9%; la specificità, 74%; e il valore predittivo positivo era del 82,8%.
Le sei domande usate nel nuovo metodo e le loro controparti nel DSM-5 sono le seguenti:
- Quanto spesso ha difficolta a concentrarsi su ciò che ti dicono gli altri, anche quando stanno parlando direttamente a lei? (DSM-5 A1c)
- Le capita di abbandonare il posto in riunioni o altre situazioni in cui si dovrebbe rimanere seduti? (DSM-5 A2b)
- Quante volte ha difficoltà a rilassarsi e quanto tempo ha a disposizione per autorilassarsi? (DSM-5 A2d)
- In una conversazione, quante volte si trova a voler terminare le frasi prima che lo faccia la persona che sta parlando? (DSM-5 A2g)
- Quanto spesso si sente ‘chiamato fuori’ (escluso) fino all’ultimo minuto? (Non nel DSM)
- Quanto spesso dipende da altri per mantenere la sua vita in ordine e parteciparvi attivamente? (Non nel DSM)
Fonte: JAMA Psychiatry 2017
Marilynn Larkin
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)
