ADHD e atleti professionisti

(Reuters Health) – Una nuova revisione di alcuni studi indica che l’ADHD (disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività) potrebbe essere più comune negli atleti di élite, che raggiungono importanti traguardi sportivi.

L’ADHD necessita di una corretta gestione per la sicurezza degli atleti e per il raggiungimento delle prestazioni Tuttavia, spesso “gli atleti di élite non ricevono trattamenti e cure appropriate a causa della mancanza di conoscenze e dello stigma”, osserva l’autore principale dello studio, Doug Hyun Han dello Chung Ang University Hospital di Seoul.

Lo studio
Han, insieme a un gruppo di ricercatori della U.S. National Collegiate Athletic Association, della University of Maryland e della University of Wisconsin-Madison, ha effettuato ricerche in database medici sulla presenza di studi su ADHD, partecipazione agli sport e atleti di livello professionistico, olimpico o universitario.

Han e colleghi non sono riusciti a trovare molte pubblicazioni o studi sull’ADHD negli atleti di élite, ma la scarsa letteratura disponibile sembra comunque indicare tassi più elevati rispetto alla popolazione generale.

In una revisione sistematica del 2018 che ha considerato 17 studi, dal 4% all’8% circa degli atleti dai 15 ai 19 anni presentavano ADHD. In un altro studio, il 7% degli atleti universitari erano in terapia farmacologica per l’ADHD.

Gli autori osservano che altre condizioni potrebbero spiegare sintomi simili all’ADHD o esistere insieme a tale disturbo, come disturbi dell’umore, d’ansia, intellettivi e dell’apprendimento, dello spettro autistico e uso di sostanze.

Ad esempio, insieme all’ADHD vengono spesso segnalate commozioni cerebrali e l’ADHD è associato a una ripresa più lunga dopo una commozione. Condizioni associate che possono compromettere le prestazioni sportive.

Tuttavia, gli studi hanno mostrato che gli atleti di élite, soprattutto nel baseball e nel basket, potrebbero trarre vantaggio dalla loro impulsività. Uno studio su giocatori di baseball professionisti coreani ha riscontrato come questi presentassero tratti di ricerca della novità più marcati rispetto alla media e ciò si correla a iperattività, euforia ed eccitazione con nuovi stimoli.

La partecipazione a uno sport, di per sé, è uno sfogo fisico per un’intensa emozione e stress e riduce i sintomi dell’ADHD.

“L’ADHD potrebbe realmente avere effetti positivi sulle prestazioni sportive e dobbiamo approfondire questo aspetto”, osserva George Pujalte, specialista in medicina dello sport presso la Mayo Clinic di Jacksonville, Florida, non coinvolto nello studio.

Gli sport che richiedono una decisione reattiva e movimenti rapidi sono i più adatti agli atleti con ADHD. Il fenomeno della “iperfocalizzazione” sull’obiettivo di gioco consente agli atleti di “fermare” le distrazioni.

“Gli studi sono ancora a un livello superficiale della comprensione degli effetti dell’ADHD sugli atleti”, conclude Pujalte.

Fonte: British Journal of Sports Medicine
Carolyn Crist
(Versione italiana per Daily Health Industry)

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