A caccia di vita aliena con la matematica

Un modello di analisi semplice ed economico per scoprire se nello Spazio esistono forme di vita aliena. Elaborato da Claudio Grimaldi presso il Politecnico di Losanna, e descritto su Pnas, il modello è in grado di captare i segnali rilevati dai radiotelescopi; in pratica indica che un eventuale segnale captato nel raggio di 500 anni luce dalla Terra, implica che nella Via Lattea ci siano almeno 10.000 altre civiltà aliene.

Il metodo, ha detto Grimaldi, tiene conto delle dimensioni della nostra galassia, che ha un diametro di circa 100.000 anni luce, “del numero di stelle che ospita (centinaia di miliardi) e della stima che il 15%-20% di esse abbiano pianeti ‘abitabili'”, cioè che abbiano le condizioni per ospitare la vita. Tenendo conto di questi parametri, il ricercatore ha applicato “un teorema di probabilità, noto come teorema di Bayes, alla ricerca di possibili segnali extraterrestri tramite radiotelescopi”. Il metodo, ha aggiunto “utilizza dati raccolti dai radiotelescopi (o che verranno raccolti nel futuro) per dedurre il possibile numero di segnali extraterrestri, emessi nella nostra galassia, che arrivano alla Terra”.

Secondo l’esperto, anche nel caso che non vengano individuati segnali entro una certa distanza, il metodo permette di “stimare la probabilità che dei segnali provenienti da distanze più grandi possano essere captati con dei radiotelescopi più potenti”. A esempio, non rivelare alcun segnale entro un raggio di 1.000 anni luce, significa che c’è ancora un 10% di possibilità che la Terra si trovi entro un raggio in cui potrebbero essere emessi centinaia di segnali da altre parti della galassia, ma che i nostri radiotelescopi non siano al momento potenti abbastanza per rilevarli. Tuttavia, rivelando anche solo un segnale entro il raggio di 500-1.000 anni luce tale probabilità sale al 100%. In tal caso, potremmo essere quasi sicuri che la nostra galassia sia piena di vita aliena, in grado di inviare segnali “che devono ancora essere captati”.

Questo perché, ha spiegato Grimaldi, “un eventuale segnale captato entro un raggio di 500 anni luce da noi, implica che almeno una stella su un milione ospiti o abbia ospitato una civiltà tecnologica”. Estrapolando a tutta la galassia, “questo suggerisce che ci siano almeno 10.000 civiltà nella Via Lattea che emettano segnali radio”. Questo, precisa, “non vuol dire che un tale numero di civiltà sia un dato certo, ma che è molto improbabile che un segnale captato entro 500 anni luce sia l’unico esistente in tutta la galassia”. Invece, se non vengono individuati segnali entro 40.000 anni luce da noi, allora “possiamo ragionevolmente escludere l’esistenza in tutta la galassia di civiltà che usano tecnologia come la nostra”. Ma finora, è stato possibile cercare segnali entro un raggio di “appena” 40 anni luce dalla Terra e la ricerca “incoraggia fortemente a cercali” a distanze maggiori.

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