
“Talvolta le voci commentano le loro azioni oppure possono descrivere ciò che la persona sta facendo. Altre volte invece, queste voci parlano proprio della persona, o le danno ordini”, scrive il responsabile dello studio, il neurobiologo John McGrath, sulla rivista JAMA Psychiatry dell’American Medical Association. I risultati contraddicono la credenza comune in psichiatria, secondo cui solo chi soffre di schizofrenia o di altre psicosi sente voci nella testa. “Si tratta di un indizio importante, per capire quale parte del cervello non funziona correttamente, alterando i circuiti che controllano il linguaggio, l’ascolto e la parola”, sostiene McGrath.
“Sarà possibile comprendere i meccanismi sottostanti, che causano allucinazioni solo transitorie oppure di condizioni più persistenti. Se riuscissimo a separare queste due tipologie e i meccanismi sottostanti, potremmo scoprire la causa di questi sintomi”, aggiunge. “C’è da domandarsi – conclude McGrath – se avere queste esperienze possa aumentare il rischio di depressione o di disturbi di ansia andando avanti con l’età. Conoscere questi sintomi potrebbe aiutare a creare una procedura di screening per intervenire tempestivamente”, conclude.
