
Circa la metà dei dati analizzati provengono dalla banca dati genetica della Gran Bretagna. La ricerca dimostra che stili di vita sbagliati, come eccessivo consumo di alcol o fumo, da soli non bastano a giustificare i numerosi casi di ipertensione, responsabile secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) di 7,8 milioni di morti nel 2015, ad esempio per ictus o infarto.
Occorre anche prendere in considerazione una solida componente genetica. Alcuni di questi geni, ad esempio, erano già noti per la loro correlazione con malattie coronariche o con l’Alzheimer, ma è la prima volta che i genetisti scoprono un loro legame anche con l’ipertensione.
“Grazie a queste nuove informazioni potremo calcolare in futuro il fattore di rischio ipertensione per il singolo individuo”, ha spiegato uno degli autori, Mark Caulfield. “In questo modo, i medici potranno disegnare interventi terapeutici su misura, come perdita di peso, riduzione del consumo di alcol o maggiore attività fisica. Con effetti positivi – ha concluso il genetista – anche sui bilanci dei sistemi sanitari nazionali”.
