Il virus Ebola si sposta da una persona all’altra tramite contatto diretto con fluidi corporei infetti. Ma quanto può sopravvivere il virus su superfici di vetro o sui piani di lavoro? Quanto a lungo può vivere nelle acque di scarico quando i rifiuti liquidi di un paziente finiscono nel sistema fognario? Il WHO ha dichiarato che è possibile smaltire i rifiuti umani in latrine a pozzo o in fogne sanitarie, e che in questo modo il virus muore, ma stando alla letteratura scientifica, non vi sono prove che ciò accada davvero. Sapere quanto a lungo un patogeno letale può sopravvivere sulle superfici, nell’acqua o nelle goccioline di liquido è di importanza critica per lo sviluppo di pratiche di disinfezione efficaci per la prevenzione della diffusione della malattia. Le attuali linee guida WHO sostengono che i rifiuti liquidi dei pazienti possono essere smaltiti nei water o nelle latrine, ma i laboratori di ricerca sull’Ebola che lavorano proprio sui rifiuti liquidi del paziente dovrebbero disinfettarli prima che questi entrino nel sistema fognario. Un gruppo di scienziati si sta attualmente occupando di identificare virus surrogati che siano fisiologicamente simili all’Ebola e di studiarne i tassi di sopravvivenza nell’acqua e nei fluidi di scarico: i risultati di questo studio costituiranno le basi per il trattamento delle acque e per le procedure di gestione dei liquidi mentre le ricerche sul modo di combattere il virus sono ancora in corso. (Environ Sci Tech Letters 2014; 141209010011006)
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