La ricetta dell’elisir di giovinezza è scritta in 30 geni, 30 ‘pagine’ del Dna che, opportunamente riviste, potrebbero migliorare le condizioni di salute allungando l’aspettativa di vita: lo dimostra lo studio pubblicato su Nature Communications dal Politecnico di Zurigo in collaborazione con il consorzio tedesco per lo studio dell’invecchiamento a Jena (JenAge). La ricerca ha analizzato oltre 40.000 geni presenti nel Dna dei tre organismi più studiati dai genetisti: il verme Caenorhabditis elegans, il pesce zebra e il topo. Dal confronto sono emersi 30 geni che influiscono sull’invecchiamento e che vengono regolati allo stesso modo nelle tre specie animali. ‘Eredità” di un antico antenato comune, questi geni della longevità potrebbero essere presenti anche nell’uomo. Gli stessi ricercatori svizzeri e tedeschi pensano di avviare a breve un nuovo studio per verificare il loro impatto sull’invecchiamento. Intanto il loro effetto e’ stato misurato nell’organismo più semplice, il verme C. elegans: bloccando selettivamente una dozzina di questi geni, i ricercatori sono riusciti ad allungare la vita dell’animale di almeno il 5%. Lo spegnimento di un gene in particolare, chiamato bcat-1, ha allungato la vita del verme addirittura del 25%.
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