Fibromialgia: un aiuto dalla medicina dello sport

Un approccio innovativo multidisciplinare al trattamento della fibromialgia negli adolescenti, che prende in prestito indicazioni sull’addestramento neuromuscolare dal campo della medicina dello sport, riduce la disabilità ed aumenta la sicurezza in questi pazienti. Il programma FIT Teenscombina, le componenti convenzionali della psicoterapia e dell’esercizio ai metodi più all’avanguardia impiegati per la prevenzione degli infortuni, che comprendono valutazioni biomeccaniche, motion capture tridimensionale e realtà virtuale.

Questo programma è oggetto di uno studio lanciato lo scorso anno con più di 400 partecipanti e che ha dato i primi risultati in attesa di quelli definitivi per il 2022, come illustrato dall’autore Susmita Kashikar Zuck del Cincinnati Children’s Hospital. Fra i commenti più interessanti dei pazienti, va segnalato il fatto che alcuni hanno dichiarato di fidarsi maggiormente del proprio corpo, il che è particolarmente importante in quanto molti di essi hanno perso tale fiducia.

Il programma è stato sviluppato in parte a causa della mancanza di risultati di uno studio precedente basato sulla sola terapia cognitivo-comportamentale. Essa però ha portato ad un qualche miglioramento della disabilità funzionale, ma i pazienti esaminati, nonostante le raccomandazioni sull’esercizio, risultavano ancora estremamente sedentari.

I pazienti con fibromialgia spesso hanno una gran paura di muoversi, associando l’attività fisica al dolore. Questo atteggiamento può tradursi in una mancanza di competenza muscolare. Il presente studio ha tentato di integrare ponderatamente la terapia cognitivo-comportamentale con l’esercizio neuromuscolare, concentrandosi sul miglioramento della competenza nel movimento ed allo stesso tempo nel minimizzare il dolore muscolare dopo l’esercizio.

Gli adolescenti nel programma hanno la possibilità di scegliere attività fisiche moderate-vigorose, e vengono istruiti sul modo di incorporarle gradualmente nel programma stesso. Le skill gestionali insegnate in questo contesto comprendono distrazione cognitiva e comportamentale, scansione ritmica delle attività, gestione dello stress e rilassamento muscolare.

L’allenamento neuromuscolare comprende forza centrale, coordinazione, controllo posturale, movimento fondamentale, ripresa dallo stress de skill funzionali. (American Pain Society (APS) 2018, presentazione del 5/3)

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One Thought to “Fibromialgia: un aiuto dalla medicina dello sport”

  1. roberto casale

    Credo che il titolo ” fibromialgia: un aiuto dalla medicina dello sport” sia fuorviante sia per i medici sia per gli eventuali pazienti che dovessero leggere l’articolo. Infatti non è la “medicina dello sport” la sede dove viene diagnosticata la fibromialgia e dove ci sono le competenze per una presa in carico globale del paziente fibromialgico. Il messaggio che ne esce è: ” andate dal medico dello sport e fate più sport”. Errato per almeno un motivo di base ma interessante perchè proprio rimanda non alla ginnastica come mezzo terapeutico ma a quella che viene chiamata dagli stessi autori “competenza muscolare”. Si sa infatti che la fibromialgia non è una malattia del muscolo debole o poco resistente. In parole povere Il muscolo in se è sano ma viene comandato male per cui si muove “male”. E’ un problema quindi di comando motorio alterato. Ed è qui che bisogna agire.
    Una informazione ben nota a ricercatori italiani legati ad AISF (Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica) che l’hanno pubblicata qualche anno fa.
    Per una volta , e non me ne voglia il Presidente Trump “Italian first”.

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