Tumori e demenze: nei nanocristalli il futuro per la somministrazione delle terapie

nanotecnologiaRicercatori australiani nel campo della nanotecnologia medica hanno scoperto nuovi usi della tecnologia, che renderanno più facile diagnosticare il cancro, potranno somministrare farmaci direttamente nei tumori e assicureranno maggiore accuratezza ai chirurghi quando operano. La ricerca guidata da Dayong Jin dell’University of Technology di Sydney, con la collaborazione di colleghi delle Università australiane Macquarie e di Wollongong e di Singapore, potrà cambiare il trattamento futuro dei tumori e di malattie cerebrali come demenza e Parkinson. L’uso di nanocristalli offre immagini più chiare delle cellule cancerose, il che aiuta a migliorare le procedure chirurgiche, mentre l’approccio mirato può accelerare i tempi di guarigione. Un beneficio della tecnologia, spiega Jin sulla rivista Nature Communications, è che il paziente può ingoiare un nanocristallo magnetizzato, una microscopica pillola contenente il farmaco e quindi uno scanner a risonanza magnetica può essere usato per dirigere il nanocristallo verso il tumore. Dopo di questo, una fonte di energia, come un ultrasuono, può essere usato per aprire il nanocristallo e liberare il farmaco. A differenza della chemioterapia convenzionale, che si diffonde ampiamente nell’organismo e danneggia parti sane, ingerendo il nanocristallo, che diffonde i farmaci molecolari attraverso i fluidi corporali come sangue, urina e saliva, si evita la perdita del farmaco attraverso il corpo e si riducono gli effetti collaterali. Il nuovo tipo di nanocristalli può anche consentire bioimmagini diagnostiche più chiare, come risonanze magnetiche e raggi X. “I nanocristalli ibridi sono multifunzionali e capaci di eseguire diverse funzioni simultaneamente”, scrive Jin. “Ad esempio, si può disegnare una super-nanoparticella che da’ risposte ottiche, magnetiche e chimiche, permettendo imaging a modalità multiple della malattia oltre a immagini ad altissima risoluzione”. La scoperta può anche fornire nuove soluzioni per impedire la risposta del sistema immunitario al trattamento di cellule cancerose, che colpisce sia le cellule malate che quelle sane”aggiunge.

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