Tumori cavo orale: il dolore dei pazienti “identifica” metastasi occulte

(Reuters Health) – In caso di cancro del cavo orale, il livello di dolore nel sito primario del tumore potrebbe aiutare i medici a identificare i pazienti con metastasi occulte, che beneficerebbero di intervento chirurgico. Sono i risultati di una ricerca condotta da un team della New York University, guidato da Donna Albertson, che ha presentato i risultati nell’ambito del Congresso Mondiale della International Association for the Study of Pain, che si è svolto a Boston.

Lo studio
I ricercatori hanno preso in considerazione 72 pazienti che dovevano sottoporsi a chirurgia per un tumore del cavo orale, con o senza dissezione del collo. Ai partecipanti, attraverso l’University of California, San Francisco Oral Cancer Pain Questionnaire (UCSFOCPQ), è stato valutato il livello di dolore nelle sei settimane precedenti l’intervento. In particolare, ai pazienti è stato chiesto di valutare l’intensità del dolore da 0 a 100 su una scala analogica visiva riguardo a dolore spontaneo e funzionale, qualità del dolore, intensità spontanea, percezione, sensibilità al tatto, dettagli sul dolore quando si parla, si mangia, si beve e l’interferenza con queste funzionalità. I ricercatori, inoltre, hanno valutato lo stato dei linfonodi cervicali prima dell’intervento e dai referti patologici post-operatori.

I risultati
Dei 66 pazienti che hanno soddisfatto i criteri di inclusione, 35 erano linfonodo-negativi e 31 erano linfonodo-positivi. Dai risultati è emerso che i punteggi del dolore più alti erano caratteristici dei pazienti linfonodo-positivi, rispetto ai linfonodo-negativi, e la differenza per tutte le domande del questionario è stata significativa.

“Le attuali tecniche di imaging non hanno la sensibilità per rivelare metastasi prima dell’intervento chirurgico”, spega Albertson. Pertanto, “Al momento dell’operazione di rimozione del tumore, la maggior parte dei pazienti riceve un ulteriore intervento di rimozione dei linfonodi cervicali, indipendentemente dall’esistenza o meno di evidenze cliniche di metastasi”.

Fonte: World Congress on Pain 2018
Lorraine Janeczko
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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