Terremoti: nel Centro Italia da agosto 2016 circa 80.000 scosse

La Terra trama ancora o, meglio non ha mai smesso di farlo. Dalla scossa di terremoto del 24 agosto 2016 all’ultima di ieri di magnitudo 4.3 registrata ad Amatrice (Ri) delle ore 4:48, le scosse che la crosta terrestre ha generato sono state circa 80.000. A fare il punto sulla sequenza sismica di Amatrice-Norcia, nel centro Italia, è Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

”Una scossa di magnitudo 3.4 è del tutto compatibile con l’evoluzione delle repliche in corso dal 24 agosto 2016”, ha precisato Doglioni. ”Terremoti simili – ha proseguito il presidente dell’Ingv – si sono verificati anche nelle ultime settimane e non c’è un allarme specifico: sappiamo che nell’area ci sono circa 20-30 scosse al giorno, molte di magnitudo inferiore a 2.0, e sono tutte repliche legate allo stesso meccanismo”.

Fra i terremoti simili recenti, oltre a quello di ieri, ci sono i tre avvenuti nella notte tra il 27 e il 28 dicembre scorso, uno di magnitudo 2.7 con epicentro vicino ad Amatrice e due di magnitudo 2.6 vicino da Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, e la scossa di magnitudo 4.0 del 4 dicembre, avvenuta nella stessa zona. Se i terremoti dell’Appennino durano più a lungo, con numerosissime repliche, la ‘colpa’ è delle caratteristiche della crosta terrestre, come di recente aveva indicato la ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports e coordinata dall’Università Sapienza di Roma con Ingv e Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irea).

I sismi dell’Italia centrale, per esempio, sono generati da movimenti di tipo estensionale, nei quali avviene cioè una sorta di ‘stiramento’ e i dati indicano che “nelle zone dove la Terra si dilata le sequenze sismiche, nonostante abbiano magnitudo mediamente più basse rispetto agli ambienti compressivi, durano più a lungo”, aveva rilevato Doglioni. Questo accade perché il volume della crosta terrestre ”si muove a favore della forza di gravità.

Le sequenze quindi terminano solamente quando il volume collassato trova un suo nuovo equilibrio gravitazionale”. Nei terremoti generati dalla compressione della crosta terrestre, invece, il movimento avviene in modo opposto rispetto alla forza di gravità e, di conseguenza, l’energia in grado di continuare a sollevare il tetto delle faglie si esaurisce più rapidamente.

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