SLA: l’ipermetabolismo riduce la sopravvivenza

(Reuters Health) – Le persone che soffrono di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e che sono ipermetaboliche vanno incontro a un declino funzionale maggiore e a una sopravvivenza più breve. Il dato emerge da uno studio australiano pubblicato dal Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry e guidato da Shyuan Ngo, della Università del Queensland di Brisbane.

Lo studio
I ricercatori hanno preso in considerazione 58 pazienti con SLA clinicamente definito o probabile e 58 controlli. L’ipermetabolismo era presente in 24 pazienti con SLA e in sette del gruppo di controllo. Variazioni a livello di peso corporeo, indice di massa corporea e percentuale di massa grassa erano, fino a 12 mesi di follow-up, significativamente diverse tra pazienti con metabolismo normale e quelli con metabolismo accelerato. Tuttavia, il punteggio medio del motoneurone inferiore era maggiore nei pazienti ipermetabolici rispetto a coloro che avevano un metabolismo normale. E il calo mensile del punteggio Revised ALS Functional Rating Scale era maggiore nei pazienti ipermetabolici. Nel corso di 30 mesi di follow-up, infine, 15 pazienti sono deceduti e tra il gruppo dei pazienti con metabolismo accelerato la sopravvivenza è stata significativamente più breve.

I commenti
“Comprendere se l’ipermetabolismo promuove la neurodegenerazione o se, viceversa, dipende da quest’ultima, potrebbe aiutare a capire se l’ipermetabolismo può essere un target terapeutico, per sviluppare, eventualmente, trattamenti mirati a rallentare la progressione”, commenta l’autore principale dello studio, Shyuan Ngo. Secondo Philippe Couratier, dell’Università di Limoges, in Francia, “questo articolo conferma che i pazienti con SLA sono ipermetabolici rispetto ai controlli, ma non viene chiarito quali siano le cause di questo aumento del metabolismo”. In particolare, ha proseguito l’esperto, “la presenza di ipermetabolismo non spiega necessariamente la perdita di peso”, sottolineando che “è necessario un follow-up prospettico, insieme alla valutazione dell’atrofia dell’ipotalamo, che sarebbe coinvolto nella regolazione energetica”.

Fonte: Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry
David Douglas
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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